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Fellow Travelers: amore e identità tra lotta e resistenza

Fellow Travelers, conosciuta in Italia con il titolo tradotto di Compagni di Viaggio, è una miniserie televisiva che si ispira all’omonimo libro di Thomas Mallon, adattata per gli schermi da Ron Nyswaner per Showtime, già candidato agli Oscar per la migliore sceneggiatura del film Philadelphia.

Fellow Travelers esplora il profondo legame tra due personaggi, Hawk e Tim, interpretati rispettivamente da Matt Bomer e Jonathan Bailey, attraverso circa quarant’anni di storia, dagli anni 50 agli anni 80.

Ci presenta anche altri tre personaggi protagonisti, Frankie, Marcus e Lucy, e tanti personaggi secondari che contornano le vicende in modo sublime, arricchendo l’intera narrazione. Tale narrazione non segue una cronologia lineare ma alterna continuamente passato e presente, offrendoci delle sequenze girate egregiamente.

Gli eventi storici che lo sceneggiatore ha deciso di raccontare sono di grande rilevanza, e anche molto forti da elaborare emotivamente, poiché spesso frutto di grande e gratuita crudeltà. 

GLI ANNI 50

Negli anni 50 vediamo come i nostri protagonisti sono costretti a nascondersi per proteggersi dall’evento conosciuto come Lavender Scare, per il quale ci fu una vera e propria caccia alla streghe per le persone queer in ambiente governativo; il decreto fu firmato da Joseph McCarthy, e quel periodo infatti è ricordato come il periodo del maccartismo, dove la persecuzione avrebbe dovuto riguardare solo funzionari da lui stesso considerati comunisti, e quindi per lui un grave pericolo per lo stile di vita della società americana. In realtà questa brutale repressione fu inflitta sia sui presunti comunisti che su persone queer: funzionari del governo, persone di cultura e di spettacolo, giornalisti. Le accuse erano spesso infondate ed arbitrarie e hanno portato molte persone anche al suicidio, disperate dopo aver perso il lavoro e la reputazione. La vergogna, l’odio e la paura che la comunità queer ha dovuto sostenere in quel periodo è la testimonianza di uno dei capitoli più indecenti della storia americana.
In questi anni Hawk e Tim si conoscono per caso e si innamorano perdutamente, si vedono di nascosto, stanno attenti. Si chiudono in una bolla ogni volta che ne hanno la possibilità, e vediamo come ciò che inizia come un rapporto basato esclusivamente sul sesso diventa un legame sempre più forte, complesso, fili che si moltiplicano e aggrovigliano.

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GLI ANNI 60

Negli anni 60 abbiamo le proteste contro la guerra del Vietnam, il senso di impotenza di Tim che vorrebbe aiutare la causa in qualsiasi modo, perché il suo cuore è stato buono dall’inizio alla fine. Hawk si è costruito una famiglia con Lucy e i loro due bambini, spinto dalle pressioni e convenzioni sociali del tempo, e anche dalla sua forte omofobia interiorizzata che non gli ha mai permesso di fare quel passo in più per sentirsi davvero libero. Ma Hawk si mantiene sempre aggiornato sulla vita di Tim, nonostante ormai Tim si fosse anche arruolato nell’esercito per cercare di dimenticare Hawk e il dolore profondo del non poter continuare a stare insieme, e quando Tim si trova nei casini Hawk è lì che lo aiuta, gli offre perfino un posto in cui nascondersi. E loro si ritrovano sempre, in un legame tanto indissolubile quanto doloroso.

GLI ANNI 70

Negli anni 70 troviamo un Tim più cresciuto, maturo, soddisfatto del suo lavoro perché intanto si è laureato in psicologia e lavora come assistente sociale clinico al servizio della comunità lgbtq+ a San Francisco. Hawk, invece, dopo un gravissimo lutto si trova a Fire Island, un’isola che viene chiamata “il paradiso gay” dove le persone queer, perlopiù uomini gay, possono essere liberi senza rischiare di essere giudicati, vessati o scoperti. Ma è anche un posto dove girano continuamente droghe, anche pesanti, e Hawk inconsapevolmente cerca di ammazzarsi perché non riesce più a sopportare la sua vita, né ad elaborare il lutto subìto. Mentre Tim è immerso nel caos delle lotte in seguito all’omicidio di Harvey Milk, Hawk gli scrive dopo più di dieci anni dicendogli di aver bisogno di lui. E Tim corre, perché quando si tratta di Hawk lui corre sempre, anche se non è sempre la cosa giusta. Ma quando provi un amore così forte, che trascende gli anni e le circostanze, non puoi non correre.

Gli anni 70 rappresentano una sorta di spartiacque nella loro storia, con Tim che alla fine decide di dire addio ad Hawk, in una scena che mostra quanto dolore una persona può causare agli altri quando vive una vita che non vuole veramente, solo perché tutti gli hanno fatto credere che fosse l’unica vita che potesse avere. E Tim non è l’unica persona a cui Hawk causa sofferenza: Lucy, la ragazza che Hawk ha sposato, vive insieme a lui nella menzogna perché non ha gli strumenti per fare diversamente, cercando di ignorare ciò che in realtà su Hawk aveva sempre saputo, e non ricevendo l’amore che merita davvero.

GLI ANNI 80

Gli eventi degli anni 80 sono i più commoventi e angoscianti. Hawk decide di far visita a Tim dopo aver scoperto che si era ammalato di AIDS e che neanche i medici sapevano quanto tempo gli restasse. Nonostante il dolore e le situazioni irrisolte, il momento in cui si rivedono è magico, e la loro intesa è quella di sempre. Così come l’amore.
Hawk doveva restare un giorno solo a San Francisco e poi tornare a casa, ma decide di restare con Tim, anche quando la malattia avanza e Tim affronta un lungo ricovero che lo lascia ancora più debole, debilitato, che gli toglie tutte le forze ma non quella di lottare contro il sistema. E infatti, finché riesce, investe tutte le sue energie nell’attivismo insieme ai suoi amici, tra cui ritroviamo anche Marcus e Frankie, nel tentativo disperato di sensibilizzare il governo sull’epidemia di AIDS e di convincerlo a smettere di girare lo sguardo dall’altra parte. Ed è per questo che chiede ad Hawk di andare via, perché con lui nella sua vita Tim non sarebbe riuscito a concentrarsi sulla sua lotta, ed era l’unica cosa che voleva fare prima di morire.


Hawk e Tim si dicono addio per davvero, con dolcezza e tenerezza, e anche con un dolore che è così intenso che sembra inesprimibile. Hawk bacia Tim in pubblico per la prima volta ed ultima volta, dopo che Tim gli ha detto che lui non aveva alcun rimpianto, e che l’aveva amato per tutta la sua vita.

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Gli anni 80, e la serie in sé, si concludono con un’altra scena straziante: Hawk visita la AIDS Quilt, oggi considerata la più grande opera artistica collettiva di arte comunitaria e folcloristica, una coperta lunghissima realizzata con dei pannelli di stoffa cucici tra loro, e su ogni pannello vi è ricamato il nome di una persona morta a causa dell’AIDS. Ad oggi conta più di 70.000 nomi. 

Hawk trova la coperta colorata di Tim realizzata dai suoi amici, e per la prima volta dice ad alta voce che Tim non era un suo amico ma l’uomo che amava da tutta la vita. 

La serie si conclude con un’inquadratura delle coperte che sequenza dopo sequenza aumentano sempre di più, come tributo per tutte le vittime di AIDS, vittime non solo di un’orrenda malattia ma anche dell’ignoranza del governo e del personale medico, che hanno ignorato il problema e non hanno investito soldi nella ricerca di una cura, lasciando morire migliaia di uomini nel buio totale.

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CONCLUSIONI

Fellow Travelers si presenta come un’esplorazione dei concetti di amore e di identità in un ambiente socio-politico oppressivo, e ci mostra come le forze e le convenzioni sociali possano essere così potenti da influenzare anche decisioni strettamente personali; proprio come per Hawk e Tim, le cui intere vite sono state influenzate da circostanze al di fuori del loro controllo.

Fellow Travelers è un testamento di dolore, ma anche di gioia e di spirito di lotta. È un invito alla comprensione e alla compassione, ma soprattutto ad atti di resistenza

Marcella Cacciapuoti

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Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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