La Giornata internazionale della donna… o non ancora?

L’otto marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della donna, un giorno in cui tutto è ‘’rosa e fiori’’, o almeno così sembra essere attraverso lo specchio, spesso ingannevole, di internet.
Ogni profilo social si riempie di post, stories, immagini e citazioni, vengono comprati fiori, regali costosi e tanti sono i gesti eclatanti, mentre a mancare spesso è una carezza sul viso, un sorriso, un abbraccio, il rispetto.
Tilde, Cinzia, Eleonora, Jhoanna Nataly, Maria, Elizia Stefania. Il 2025 è iniziato da poco più di due mesi e sono già sei i casi di femminicidio solo in Italia. Per loro la Festa della Donna non esiste più e non esiste il resto dell’anno, perché sono state uccise da qualcuno che l’otto marzo ha regalato loro delle mimose, e il nove ha lanciato tutto nel dimenticatoio, e probabilmente l’inaspettata carezza del giorno prima ha lasciato posto ad uno schiaffo.
Purtroppo, spesso è così che funziona: cerchiamo di mettere in mostra quanta più bellezza possibile nell’immensa vetrina dei social, speriamo in un feedback positivo, bramiamo quanti più cuoricini rossi virtuali, e poi la cruda realtà corrisponde a tutt’altro.
Nella nostra società donne e uomini spesso sono messi su due piani differenti in tantissimi casi, a partire dall’ambiente lavorativo: ancora oggi, la donna guadagna di meno e in sede di colloquio le viene chiesto se ha figli o ha intenzione di averne, ancora oggi, l’uomo è ‘’dottore’’ e la donna è ‘’signorina’’ e ancora oggi, in tanti casi purtroppo è la sola che deve occuparsi della casa.
Nel 2025 forse è ancora presto per parlare dei festeggiamenti dedicati a questa giornata. Si potrà celebrare la Giornata della Donna quando non ci saranno più suicidi come quello di Chiara, donna transgender di 19 anni che si è tolta la vita nell’ottobre 2022 perché non riusciva a sopportare più il peso delle ingiustizie e delle cattiverie delle persone, che continuavano a ripeterle che era uomo, e come Giulia, a cui è stata strappata la vita da chi diceva di ‘’amarla’’.
Si potrà celebrare questa ricorrenza quando nessuna donna avrà più paura di tornare a casa da sola, quando non dovrà camminare più velocemente o cambiare strada non appena si rende conto che non è la sola a percorrerla, quando sarà libera di vestirsi nel modo che preferisce, senza sentire su di sé sguardi indesiderati, quando potrà essere mamma e lavoratrice e quando sarà libera di scegliere per il proprio corpo.
C’è ancora domani, film diretto e interpretato da Paola Cortellesi pone al centro dell’attenzione proprio la figura della donna e la sua libertà. All’inizio del film, quasi tutti immaginano che il desiderio di Delia (Paola Cortellesi) sia quello di lasciare Ivano (Valerio Mastandrea) e scappare dalle violenze fisiche e psicologiche di cui è vittima, per iniziare un’altra vita lontano da Roma con Nino (Vinicio Marchioni), la realtà è però un’altra: siamo nel giugno del 1946 ed è vero, Delia vuole scappare, ma vuole farlo per votare. È questa la libertà più grande, quella per cui ha lottato ogni donna vissuta prima di noi. Delia è donna, mamma, lavora e vota per il suo paese.
Tantissime sono anche le canzoni dedicate alla donna, alla sua forza e alla sua libertà, come Bandiera, brano di Giulia Mei, qui una parte del testo:
Libera, voglio essere libera
Di non portare o portare un velo
Truccarmi tantissimo
Non depilarmi per mesi, per anni
Libera, voglio essere libera
Di uscire la sera, tornare da sola
Senza la paura persino del tipo
Della spazzatura
Di fare un figlio anche a quarant’anni
Di divorziare e poi risposarmi
Amare un uomo con dieci anni in meno
Che mi vuole bene, bene davvero
Fare l’amore, girare un porno
Cambiare letto pure ogni giorno
E di morire come mi pare
Non massacrata da un criminale
Non dalle pietre di un titolista
Né dalle carte di un penalista
Dai timorati figli di Dio
Che sputano merda e premono invio
Sputano merda e premono invio
Se sei vittima di violenza, chiama il 1522, attivo 24 ore su 24 o contatta il Telefono Rosa, associazione di volontariato fondata nel 1988 dalla giornalista Giuliana Massari Dal Pozzo. Non sei mai sola. Possiamo farcela insieme.
Donna
abbracci questo profondo blu
ed esplori l’infinito
mentre le tue mani
iniziano a toccare i miei sogni.
Tu, così leggera
porti il mondo sulle spalle
tu così leggera
ma così traboccante
di passioni e parole
pensieri e luce.
Voli libera come una farfalla
che porta con sé
il ricordo di ogni sua vita.
Marianna Russo
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