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Sei brutto e pericoloso? Allora meno fondi per proteggerti

Secondo la IUCN, la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, circa due mila animali sono in pericolo critico e rischiano di estinguersi del tutto, senza considerare le specie in “pericolo” e “vulnerabili”: in quel caso, il numero totale di animali minacciati è molto più elevato.

Per la conservazione della biodiversità, vengono investiti dei fondi che, purtroppo, non sono gestiti come dovrebbero, creando animali di Serie A e animali di Serie B.

Difatti, secondo uno studio dell’Università di Hong Kong e Firenze, dove hanno analizzato 14.566 progetti di conservazione attuati dal 1992 al 2016, le specie a rischio di estinzione considerate meno gradevoli o più pericolose per l’uomo ricevono le briciole dei fondi globali destinati alla conservazione della biodiversità.

Secondo lo studio, le preoccupazioni maggiori sono rivolte a mammiferi di grossa taglia come elefanti, ai quali è destinato l’82,9% dei fondi; anfibi, invertebrati e piante rappresentano ognuno il 6,6% dei finanziamenti mentre funghi e alghe, molto importanti per il funzionamento degli ecosistemi, sono appena rappresentati, con meno dello 0,2% per ciascuna specie.

Per rendersi conto della situazione, è sufficiente considerare che gli invertebrati costituiscono circa il 97% delle specie animali note. Per di più, si può notare dallo studio che molti dei gruppi tassonomici che hanno ricevuti maggiori finanziamenti vi sono grosse disparità: i mammiferi di grossa taglia, che rappresentano un terzo dei mammiferi minacciati, avrebbero ricevuto l’86% dei finanziamenti.

Tra i vertebrati, sono più a rischio di estinzione gli anfibi (salamandre e rane, ad esempio) ma hanno ricevuto meno del 2% dei fondi. Quindi, in linea generale, gli animali considerati “brutti” o pericolosi sono troppo poco finanziati in termini di conservazione. Dare gran parte dei fondi a poche specie non contribuisce a preservare gli interi ecosistemi di cui quelle stesse specie fanno parte.

Gli autori dello studio propongo, per affrontare al meglio la tutela della biodiversità, che ci siano più risorse alla conservazione, ma anche che le organizzazioni governative e non governative lavorino per sistemare le priorità di finanziamento verso le specie davvero a rischio di estinzione e attualmente trascurate.

Irene Ippolito

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Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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