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Stop al test di medicina: la riforma è legge

Con 149 voti a favore e 63 contrari dell’opposizione, la Camera ha approvato definitivamente la legge delega per la modifica delle modalità di accesso ai corsi di medicina e chirurgia, odontoiatria e veterinaria.

Cosa è cambiato?

Tutti coloro che desiderano intraprendere il percorso per diventare medico, avranno la possibilità di iscriversi all’università e seguire le lezioni del primo semestre e al termine di questo dovranno sostenere gli esami della sessione invernale (gennaio-febbraio).

Tutti gli studenti seguiranno le lezioni online, decisione presa per far sì che nessuno sia costretto a spostarsi in un’altra città, (sono tantissimi infatti, per tutte le facoltà, gli studenti fuorisede che necessitano di spostarsi da una città all’altra per frequentare l’università). Ancora da definire invece, è la scelta dei corsi da seguire.

Per quanto riguarda le lezioni del secondo semestre, la situazione è diversa: a questi vi si potrà accedere in base agli esami svolti, al conseguimento dei crediti formativi necessari, (CFU) e alla collocazione in posizione utile nella graduatoria definitiva nazionale di merito. Dopo i primi sei mesi di frequenza e il superamento degli esami previsti, sarà infatti stilata una graduatoria di merito, che riporterà il punteggio raggiunto dagli studenti e la sede universitaria alla quale sono stati assegnati, scelta presa in base a diversi criteri che spaziano dalla preferenza espressa dallo studente agli effettivi posti disponibili in ateneo.

Per chi non dovesse rientrare nella graduatoria, i CFU raggiunti saranno riconosciuti per il proseguimento del corso di studi in un’altra facoltà scientifica come biologia, biotecnologie, chimica e tecnologia farmaceutiche, scienze infermieristiche.

Quali sono gli obiettivi della legge?

Come affermato dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, gli obiettivi principali sono diversi: in primis, il potenziamento del servizio sanitario nazionale, in quanto, l’Italia ha bisogno di medici, poi la garanzia di una formazione qualitativamente eccellente e in ultimo, ma non per importanza, assecondare le esigenze e i desideri di quanti sognano di lavorare in corsia, senza bisogno di andare all’estero. Riportiamo qui le parole della ministra su X:

‘’Finalmente medicina volta pagina: superiamo il numero chiuso e diciamo addio ai test d’ingresso che per troppo tempo hanno spento i sogni e le ambizioni di tanti ragazzi. L’Università non si presenta più con l’odiosa dicitura ‘numero chiuso’, ma apre le proprie porte per formare chi desidera diventare medico.

Archiviamo i quiz d’ingresso, che negli anni hanno generato più ricorsi al Tar che vera formazione; diciamo basta a quella pletora di corsi di preparazione privati e costosi che hanno condizionato l’ingresso a Medicina sulla base del reddito e non del merito; mettiamo fine all’odioso fenomeno dell’emigrazione di ragazzi e ragazze che pur di seguire la vocazione di diventare medici sono stati costretti ad andare all’estero perché respinti da test opachi e non qualificanti.

Questa riforma è una vera rivoluzione che mette al centro le esigenze degli studenti e risponde anche alla carenza di camici bianchi: in 7 anni le Università italiane formeranno 30mila medici in più, sostenute da maggiori risorse finanziare. Un investimento che rafforza il nostro sistema sanitario e continuare a garantire una formazione d’eccellenza.’’

 L’opposizione

L’opposizione si scaglia invece contro la nuova legge, definendola “un bluff ai danni di tantissimi studenti e delle loro famiglie”.

Afferma l’Adnkronos di Antonino Bascetta, presidente del Sism (segretario italiano degli studenti di medicina):

‘’con questa riforma non c’è in alcun modo il superamento del numero chiuso a Medicina. Così si va a rimandare di un anno il numero chiuso, causando ulteriore stress e preoccupazione per gli studenti di Medicina. Più che un superamento del numero chiuso è solo un rinvio.’’

Sono in molti a pensarla allo stesso modo, come Marianna Ricciardi, deputata del Movimento 5 Stelle che afferma che la nuova legge illuderà gli aspiranti studenti di medicina, facendo credere che il test sia abolito quando in realtà è solo spostato di sei mesi e con una valutazione diversa a seconda dell’ateneo. Ancora, Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra si pronuncia così: “Per noi il test va conservato ma rendendolo attinente al percorso che si vuole intraprendere.”

Contrastanti sono anche i pareri degli aspiranti studenti: c’è chi vede nella nuova legge una possibilità più concreta e reale di intraprendere il percorso di studi ed ‘’esercitarsi sul campo’’ da subito, senza test d’ingresso e quindi senza essere ‘’scelti’’ prima di mostrare il proprio approccio allo studio e chi invece è in ansia di iniziare un percorso lungo sei mesi e poi doverlo lasciare a metà, lasciando in sospeso quel sogno ‘’quasi raggiunto.’’

Marianna Russo

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Marianna Russo

Marianna, classe 2003. Inguaribile romantica, innamorata dei girasoli e sempre ottimista. Quando scrivo scompongo il mio cuore su carta, la scrittura mi salva sempre. “Solo se ti rende felice.”
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