Storia della mia famiglia, la nuova serie Netflix tutta italiana

Creata da Filippo Gravino, diretta da Claudio Cupellini, prodotta da Palomar e distribuita da Netflix. Interpretata da Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera, Cristiana Dell’Anna, Massimiliano Caiazzo.
“Storia della mia famiglia” è una serie che ha suscitato grande interesse, sia per la sua capacità di raccontare storie intime e universali, sia per la sua rappresentazione sfaccettata delle dinamiche familiari.
La serie, prodotta da Netflix, affronta temi come la memoria, l’eredità culturale e il rapporto tra passato e presente, con uno sguardo particolare alla sua capacità di esplorare le emozioni complesse che legano i membri di una famiglia.
Analizziamo la trama, evidenziando come la serie utilizzi un linguaggio visivo ricco e simbolico per esplorare il tessuto intimo di ogni famiglia protagonista.
Inizia con una tragedia, dunque può solo migliorare: la morte di un padre di famiglia, è da questo che parte il racconto. Quello che emerge immediatamente è la capacità della serie di raccontare storie che, pur avendo una dimensione universale, riescono a mantenere un forte legame con la specificità delle singole famiglie. Ciò permette a ciascuno spettatore di ritrovare frammenti della propria esperienza nel racconto degli altri. Qualche battuta in napoletano, in una società romana, con dei tratti “Troisiani”, con una sceneggiatura mai scontata e sempre sorprendente.
I personaggi vengono sviluppati con cura e sfumature. La scrittura di “Storia della mia famiglia” non è solo un elenco di eventi, ma un’esplorazione delle emozioni, dei conflitti e dei legami che si formano all’interno di un nucleo familiare. Ogni episodio sembra scavare più a fondo nella psiche dei protagonisti, senza mai cadere nel banale o nel melodrammatico.
Inoltre, viene messa in risalto la dimensione visiva della serie: la fotografia è descritta come raffinata, quasi pittorica, con inquadrature che catturano la bellezza del quotidiano, ma anche l’oscurità dei segreti e dei non detti che emergono lentamente nel corso degli episodi. L’ambientazione, sebbene apparentemente semplice, diventa un elemento chiave nella costruzione dell’atmosfera, con paesaggi che riflettono i cambiamenti interiori dei personaggi. Così come la colonna sonora attraversa fasi ed emozioni dei protagonisti.
Tuttavia, sebbene la serie sia ben scritta e visivamente affascinante, a tratti la narrazione può risultare lenta, e qualche personaggio secondario potrebbe beneficiare di uno sviluppo maggiore. Alcuni temi, purtroppo, non vengono esplorati con la stessa profondità, lasciando delle questioni irrisolte che potrebbero risultare insoddisfacenti per alcuni spettatori.
In conclusione, la serie è da guardare per chi cerca una narrazione che esplori il cuore delle relazioni familiari con sincerità e senza censure. Nonostante alcune imperfezioni, è una produzione che merita attenzione per la sua autenticità emotiva e la sua capacità di riflettere sulle dinamiche generazionali e sulla costruzione del sé all’interno di un contesto familiare.
Se sei un amante delle storie intime e complesse, questa serie rappresenta sicuramente un’opportunità imperdibile per una riflessione sulla propria famiglia e sul legame che ci unisce al passato.
Lucia Russo
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