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Studio Ghibli e Open AI: scatta la polemica

L’AI ne compie una: tantissime immagini in Ghibli-style stanno invadendo il web.

Senz’alcuna autorizzazione, questo è sicuramente argomento di discussione da parte dello studio Ghibli.

L’iniziativa di Chat GPT ha coinvolto in un’aura polemica l’intera popolazione del web. Artisti, creatori e seguaci del maestro Miyazaki sembrano essere profondamenti indignati da quanto accaduto.

Il fenomeno della “ghiblizzazione” generato dall’Open AI: è polemica

L’intelligenza artificiale ha dato la possibilità di creare immagini generative interamente in stile Ghibli. Per questo, la situazione sta sfuggendo di mano a milioni di utenti che ricreano meme o foto riprendendo totalmente tratti e colori dello studio Ghibli. Parliamo così di “ghiblizzazione”, un’imitazione senza il consenso del maestro Miyazaki che per questo l’Open AI rischia serie conseguenze legali per violazione del copyright.

Ad incrementare la polemica è l’atteggiamento di Sam Altman – CEO di Open AI – che sui suoi profili social ha caricato come avatar uno generato dall’AI e ispirato allo stile ghibli.

Intanto, la questione delle immagini in chiave “ghibli” sembra aver preso il sopravvento ricreando anche eventi politici e storici contemporanei. Ad esempio, la Casa Bianca che ha pubblicato sul suo account ufficiale una rappresentazione ghibli raffigurante una donna venezuelana accusata di essere una trafficante di Fentanyl; oppure, immagini che ritraggono Elon Musk con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la riproduzione di eventi catastrofici come l’attentato dell’11 Settembre 2001.

La reazione dello Studio Ghibli

Generare elementi e rappresentazioni che si rifanno ai grandi capolavori dell’animazione giapponese, come La città Incantata, Il Castello Errante di Howl e Il mio vicino Totoro è un problema da prendere seriamente in considerazione. Infatti, la sua diffusione ha lasciato spazio ad un’espressione usata dal maestro Miyazaki del 2016, che designa il suo sgomento relativo all’AI. Gli venne proposto dal suo staff un progetto d’animazione generato dall’AI e Miyazaki afferma: «Sono assolutamente disgustato», ribadendo che «Non vorrei mai incorporare questa tecnologia nel mio lavoro. Sento fortemente che questo è un insulto alla vita stessa».

Coerentemente in linea con il suo modus operandi, Miyazaki non ha mai mostrato interesse verso la tecnologia.

I suoi lavori sono sempre stati disegnati servendosi soltanto di matita e foglio, col chiaro intento di produrre un progetto che lasci trasmettere la vissuta creatività e l’anima dello studio Ghibli.

L’episodio del suo stile generato dall’AI è l’ennesimo esempio di un cattivo uso del mondo digitale, volto a produrre e guadagnare senza rispettare il lavoro svolto da professionisti e artisti.

Come reagirà l’AI in seguito all’accusa?

Con quello commesso dall’AI c’è stata una violazione di copyright, per cui sono numerose le accuse da parte di artisti, editori e da parte dell’importante New York Times.

A ciò l’Open AI ha cercato di difendersi, rispondendo: «Il nostro obiettivo è dare agli utenti la massima libertà creativa possibile».

Per l’aggiunta: «Continuiamo a impedire le generazioni nello stile dei singoli artisti viventi, ma consentiamo stili di studio più ampi, che le persone hanno utilizzato per generare e condividere alcune creazioni originali dei fan davvero deliziose e ispirate. Stiamo sempre imparando dall’uso e dal feedback del mondo reale e continueremo a perfezionare le nostre politiche».

Quindi, hanno cercato di giustificarsi riferendosi ad un modello che andrebbe perfezionato e sembra che da questo dibattito non siano riusciti a dare una risposta che realmente si dimostri preoccupata a tutelare il lavoro degli artisti e loro diritti.

Alessandra Lima

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Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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