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HERETIC: la lotta tra credenza e miscredenza

Mentre sul grande schermo arriva il quarto capitolo delle avventure di Bridget Jones, Hugh Grant decide di onorare le scene cinematografiche con un doppio ruolo, diverso rispetto a quelli ricoperti durante la sua carriera di attore.

Allontanandosi dal carattere impacciato di William Thacker e dal seducente Daniel Cleaver, Grant dà prova di sé accompagnato dalla regia di Scott Beck e Bryan Woods in Heretic, disponibile nelle sale dal 27 febbraio.

LA TRAMA

Due giovani ragazze, missionarie mormone, durante il loro giro di predicazione conoscono l’eclettico Signor Reed, un uomo a primo sguardo cortese e dalle grandi conoscenze teologiche; pane per i denti delle ragazze, che con la guida dell’uomo iniziano a sviscerare questioni religiose raramente affrontate.
Tuttavia, in breve tempo l’ambientazione muta e le due mormone sono costrette a partecipare a un piccolo “gioco di fede” organizzato – senza alcuna scelta da parte delle ragazze – dal padrone di casa. La scelta alla base del gioco è la miscredenza, accompagnata da una sapiente conoscenza teologica, e la fede totale per la propria religione, perfino nelle regole più assurde.

UNA SCENEGGIATURA CHE FA RAGIONARE

Heretic è un thriller-horror che stupisce, con plot twist sempre dietro l’angolo, che pone lo spettatore più acuto a porsi domande ben specifiche.
In una società abituata a schierarsi verso ciò che è più comune e familiare, senza alcuna base di conoscenza, la fede è il punto scelto per un’attenta riflessione, condita da effetti cinematografici adatti a dilettare il pubblico e catturarne l’attenzione a lungo termine.

Beck e Woods, presenti non solo nella regia, ma anche nella sceneggiatura, soggetti e produzione del film, sfoggiano grandi conoscenze teologiche con prove inizialmente inconfutabili, presentate dal Signor Reed (Hugh Grant), che sembrano portare a un’unica risposta, lontana dalla fede e dai suoi strani riti antichi tramandati nel tempo. Si smascherano lentamente tutte le falle e l’ipocrisia celate dietro le religioni più in voga, ponendo in evidenza quanto poco i seguaci delle suddette conoscono a riguardo.
Eppure, l’ignoranza in materia, non frena i fedeli dal predicare ciò in cui credono e biasimare coloro che se ne distaccano fermamente come “condannati alla dannazione”.

Ma nulla è come sembra, non in questo geniale thriller.
Non è possibile decretare il buono e il cattivo della storia in modo dogmatico fino alla fine della narrazione, mentre la trama di Heretic ascende e trasmette sempre più quesiti, pone sempre più dubbi, suscitando nello spettatore un sentore di incertezza e ansia degni del genere scelto per classificare questa pellicola.
Essere credenti o miscredenti?
Fino a che punto la fede equivale al sottostare pedissequamente alle regole imposte dalle istituzioni religiose?
La fede è uno strumento di controllo, o un modo per essere interconnessi agli altri?

I personaggi di Heretic accompagneranno lo spettatore in questo percorso interiore, interrotto periodicamente dalla fitta trama carica di sorprese e colpi di scena inimmaginabili, il tutto condito dalla perfetta recitazione non solo di Hugh Grant, ma anche delle giovani colleghe Sophie Thatcher e Chloe East (che ricoprono i ruoli di Sorella Barnes e Sorella Paxton).

Un thriller-horror imperdibile non solo per gli amanti del genere, ma soprattutto per coloro che amano lasciarsi trasportare da fitte trame e ragionamenti, dove tutto è pronto a mutare in pochi istanti e ogni personaggio è celato da una maschera, che cadrà solo sul finale!

Valeria Ruggiano

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La Redazione

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