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Inclusione didattica: a che punto siamo?

L’inclusione didattica è un tema essenziale in ambito scolastico.

Tante sono le leggi che negli anni hanno cercato di migliorare questo aspetto, cosicché nessuno si sentisse emarginato.

Ci siamo riusciti? Ni.

Le leggi ci sono, il concetto di inclusione anche, peccato che non sempre le cose vadano come ci si aspetta.

Includere significa rendere individui singoli, parti dello stesso gruppo, con cui condividere abitudini, quotidianità e vita sociale.

Il percorso che la scuola italiana si è proposta di intraprendere, dagli anni ‘90, è il delicato passaggio dall’integrazione all’inclusione, termini che spesso vengono confusi o resi sinonimi.

In realtà, l’integrazione riguarda il soggetto come singolo, mentre con l’inclusione mira al contesto, tutto ciò che riguarda l’individuo.

LEGGE 104/1992

Una delle leggi più importanti riguardo l’integrazione scolastica, è la 104 del 1992 che tratta di sostegno dei soggetti disabili per garantire uguaglianza.

Perché fondamentale?

Grazie a tale legge è stato previsto il PEI, il Piano Educativo Individualizzato, che sostiene gli alunni nel percorso di studi così da rimanere al passo con la classe e prevenire emarginazione scolastica e sociale.

Negli anni successivi tanti sono stati i provvedimenti presi per raggiungere l’integrazione e avviarsi verso l’inclusione. La scuola, dopo tanti anni di silenzio, apre le porte agli alunni che per troppo tempo sono stati “invisibili”.

LEGGE 66/2017

Un enorme traguardo è stato il decreto 66 del 2017, proprio in materia di inclusione scolastica. Scuola, famiglia ed enti locali s’impegnano per migliorare la vita dell’alunno e garantirgli un futuro migliore.

Insomma, tutte le figure professionali devono unirsi insieme per sostenere gli studenti e rispettare i loro diritti e il principio di equità.

Questo è principalmente ciò che è accaduto fino ad oggi, ma la scuola è davvero così inclusiva?

CONCLUSIONI

Sebbene tantissimi traguardi siano stati raggiunti rispetto a tanti anni fa, non possiamo certo accontentarci della situazione in cui si trova il sistema scolastico odierno.

Sono ancora tanti i bambini che necessitano di insegnanti di sostegno, senza i quali non riescono ad inserirsi nel gruppo classe, favorendo così l’emarginazione sociale.

Il problema si amplia quando parliamo di alunni stranieri, verso i quali l’inclusione è ancora abbastanza lontana. L’assenza o il ridotto numero di mediatori linguistici rende impossibile, per lo studente, seguire una normale lezione in classe.

L’inclusione didattica non è una pretesa o un capriccio di insegnanti e genitori. Si tratta di una questione fondamentale in un paese sviluppato, un paese ha il dovere di sostenere tutti gli studenti, un paese che non può girarsi dall’altra parte.

“Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali”

Don Lorenzo Milani

Martina Maiorano

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Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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