La Settimana Santa di Siviglia

La Settimana Santa di Siviglia si attende tutto l’anno, come il più grande appuntamento per tutta la comunità, due settimane prima di un altro degli eventi più attesi della primavera: la Feria de Abril.
Nei mesi che precedono la Semana Santa, le strade si riempiono di costaleros, ovvero persone che, generalmente di pomeriggio o sera, si esercitano a portare i pasos, le immagini religiose che occuperanno il carro.
Le hermandades sono oltre sessanta e ogni anno radunano circa cinquantamila nazareni, occupando le vie, dalle periferie fino alla cattedrale che, con il ritmo scandito da una persona che li conduce, si muovono insieme, un passetto alla volta, prima avanti, poi indietro, a destra e a sinistra, come in una danza. È la danza che, dopo le esercitazioni dei mesi precedenti, riproporranno una volta in processione, accompagnati dalla banda della hermandad e da una più o meno lunga fila di nazarenos.
Dalla domenica delle Palme, fino a quella di Pasqua, che si conclude con l’uscita della confraternita della Resurrezione, costaleros, di cui si vedono solo i piedi sotto i teloni dei pasos, e nazarenos occupano le strade, costringendo a rallentare, spesso a fermarsi e aspettare, lasciando senza fiato. Sono di tutti i colori e sono ovunque: escono dalle case, prendono l’autobus e arrivano alla propria parrocchia in motorino, accompagnando i figli per mano o rincorrendoli con il capirote in mano. Percorrono le strade al ritmo dei tamburi, impedendo il passaggio da un lato all’altro della via.
I fedeli si accalcano. Anche i curiosi sono attirati dalla folla e dalla musica, incoscienti. Tutto in città è rumore di passi sull’asfalto, bisbiglio, confusione, poi armonia o estremo silenzio, con le candele che si illuminano nella notte tra il giovedì e il venerdì. La domenica ogni cosa finisce: poche persone sparse per le vie, che riescono finalmente a camminare, e la cera rimasta per terra.
Gallery e didascalia: Stefania Malerba
Leggi anche: Giuda, kiss me hard before you go