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Spy x Family, e se a salvare il mondo fosse una famiglia normale?

In un mondo spaccato in due da una tregua sottile come carta velina, tra sospetti, spionaggio e tensioni latenti, la pace è solo una fragile illusione. A doverla garantire sarà una famiglia fuori dall’ordinario: una spia, un’assassina e una telepate!

È in questo contesto che prende vita l’anime SPY x FAMILY, adattamento del manga scritto e disegnato da Tatsuya Endo, che con sapienza e ironia ha saputo conquistare milioni di lettori in tutto il mondo.

Pubblicato per la prima volta su Shonen Jump+ nel 2019 e arrivato in Italia grazie a Planet Manga, l’opera si è affermata come uno dei titoli più originali e amati dell’ultimo decennio.

Ma cosa rende SPY x FAMILY così speciale, così fuori dal coro? La risposta sta nella sua capacità di unire mondi apparentemente inconciliabili: quello oscuro e teso dello spionaggio internazionale e quello buffo, tenero e imbarazzante della vita familiare. Il tutto filtrato da una lente narrativa che sa essere tanto spettacolare quanto intima, tanto esplosiva quanto toccante.

Salve, sono Loid Forger

La trama si apre su uno scenario ispirato alla Guerra Fredda, con le due nazioni fittizie di Ostania e Westalis in una tregua instabile. La morte sospetta di un diplomatico rischia di far riesplodere un conflitto sanguinoso. Per prevenire una nuova guerra, l’agenzia di intelligence westaliana, WISE, attiva una missione segreta: Operation Strix.

Il loro obiettivo è infiltrarsi nella cerchia ristretta del potente e schivo Donovan Desmond, leader del Partito di Unità Nazionale ostaniano e potenziale minaccia per la pace mondiale. L’incarico viene affidato al migliore agente del WISE, il leggendario Twilight. Maestro del travestimento, esperto di tattiche e strategie, Twilight è il prototipo della spia perfetta. Tuttavia, questa volta la missione lo costringe a confrontarsi con un compito mai affrontato prima: costruirsi una famiglia.

Nasce così l’identità di Loid Forger, rispettabile psichiatra vedovo, deciso a iscrivere il proprio “figlio” all’esclusivo Eden College, frequentato anche da Desmond Jr.: un modus operandi che parrebbe l’unico canale d’accesso al padre del giovane. Per completare la sua copertura, quindi, Loid sarà costretto ad adottare una bambina apparentemente normale: il suo nome è Anya, un’orfana di poco più di 6 anni, poco astuta e assolutamente non portata per lo studio. Oltretutto, la piccola custodisce un passato terribile e un segreto in grado di cambiare le sorti del mondo: Anya è una telepate, pertanto inconsapevolmente al corrente di tutta la missione.

Loid, oltretutto, è anche costretto a prendere in sposa una donna, e la sua scelta ricadrà su Yor Briar, una dolce impiegata comunale che nasconde una seconda identità da killer professionista. L’incredibile equilibrio di questa famiglia fittizia poggia su un patto silenzioso fatto di menzogne condivise: nessuno conosce la verità sull’altro. O meglio, quasi nessuno: Anya, grazie ai suoi poteri, sa tutto, e il suo sguardo innocente e curioso diventa la finestra attraverso cui il lettore scopre, comprende e si affeziona ai protagonisti.

Personaggi memorabili

Il cuore pulsante dell’opera risiede proprio la dinamica tra i tre membri della famiglia Forger. Twilight/Loid, freddo e metodico, ha sacrificato ogni legame personale per il bene della missione e del suo lavoro, mentre Yor, assassina dal cuore gentile, è una sorella devota, pronta a tutto per proteggere suo fratello minore. Anya, abbandonata e sfruttata da malvagi scienziati a causa della sua abilità, sogna solo una casa e due genitori che la amino.

Ciò che inizia come una recita, una necessità professionale, si trasforma progressivamente in qualcosa di autentico. La loro convivenza è un susseguirsi di momenti esilaranti, tenerezze improvvise, gaffe, silenzi carichi di significato e piccoli gesti d’affetto. Fingendo di essere una famiglia, diventano una famiglia.

Ogni personaggio evolve, spesso in modo inconsapevole. Loid, sempre attento alla missione, inizia lentamente a preoccuparsi per Anya e non la tratta più solo come pedina strategica, ma alla stregua di una vera figlia. Yor scopre un lato materno che non credeva di avere e Anya, pur conoscendo la verità, continua a fingere per paura di perdere l’unica cosa bella che abbia mai avuto.

E mentre ridiamo per i tentativi maldestri di Anya di ottenere le preziose “Stella Star” in ambito accademico o si emoziona davanti a una cena preparata alla buona da Yor, ci rendiamo conto che sta assistendo a qualcosa di più profondo: una riflessione, mascherata da farsa, sull’essere genitori, figli, compagni. Anche un po’ sull’essere umani.

Un equilibrio narrativo perfetto tra dramma e commedia

SPY x FAMILY riesce in una delle imprese più difficili in narrativa: mantenere un perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezza. La serie è in grado di far convivere in un solo capitolo un combattimento mozzafiato, una lezione di morale sull’importanza dell’onestà e una gag su una delle magagne buffe di Anya. Non è mai troppo cupa, né mai banale.

Il merito è anche del tratto di Tatsuya Endo: pulito, ma capace di adattarsi alla caratterizzazione del proprio personaggio, estremamente espressivo. Le scene d’azione sono dinamiche e coinvolgenti, mentre i momenti comici sfruttano un’impostazione quasi slapstick. Le espressioni di Anya sono diventate iconiche, capaci da sole di generare meme, sticker e una vera e propria cultura visuale parallela.

L’ambientazione europea, ispirata alla Berlino della Guerra Fredda, conferisce all’opera una solida base realistica. Berlint, capitale fittizia di Ostania, è un luogo che profuma di storia e tensioni geopolitiche. Le strade, gli edifici, persino le uniformi, evocano un mondo credibile e coerente, a noi vicino, dove la minaccia di guerra è una presenza costante, silenziosa, ma mai dimenticata.

L’anime: una trasposizione all’altezza

L’adattamento anime, realizzato da WIT STUDIO e CloverWorks e diretto da Kazuhiro Furuhashi, è un vero gioiello. Con 37 episodi all’attivo e un film, SPY x FAMILY: CODE WHITE, la serie animata è stata accolta con entusiasmo da pubblico e critica.

La regia, le animazioni fluide, l’uso sapiente della colonna sonora e il doppiaggio accurato hanno saputo restituire tutta la ricchezza emotiva del manga. Le scene di combattimento sono spettacolari, ma ciò che colpisce di più è la cura nei dettagli quotidiani della realizzazione dei personaggi, vero punto forte dell’opera.

Difatti, l’anime non corre: si prende il tempo necessario per farci affezionare ai protagonisti, per costruire un muro di empatia attorno a loro, per rendere ogni episodio un piccolo tassello di una storia che parla al cuore.

Un’opera che attraversa i generi

Etichettare SPY x FAMILY come un anime tratto da un manga shonen ci è parso riduttivo. Sì, ha tutti gli elementi del genere: azione, ritmo serrato, crescita dei personaggi. Ma è anche un dramma famigliare, per la maturità dei temi trattati. Ed è una commedia brillante, un thriller politico. È un ibrido, e come tale è accessibile a un pubblico vastissimo: dai giovanissimi agli spettatori più adulti.

La forza dell’opera sta anche nella sua struttura narrativa modulare. Ogni episodio è una “missione”, spesso autoconclusiva, ma che contribuisce a costruire una trama più ampia e articolata, che sboccia nel mentre. Un piccolo problema da risolvere – una cena con ospiti, un esame scolastico, un animale da addestrare – diventa lo spunto per esplorare emozioni, legami, fragilità.

E nonostante il contesto geopolitico e guerrafondaio, la serie non si appesantisce mai. Tratta temi come il trauma della guerra, il potere delle ideologie, la manipolazione delle masse, ma sempre con una leggerezza consapevole. Non per banalizzare, ma per rendere accessibili concetti difficili senza perdere profondità.

E alla fine, il messaggio che ci lascia è semplice quanto potente: puoi salvare il mondo anche solo salvando chi ami. Anche se non siete legati dal sangue. Anche se è tutto finto… tranne l’affetto.

Federica Polino

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Federica Polino

Federica Polino, "per gli amici Polly", appassionata di anime e manga sin dal lontano 1992. Diplomata al liceo classico, dopo una breve tappa all'Accademia di Belle Arti sono tornata all'ovile, iscrivendomi a Lettere Moderne. Affamata di conoscenza, giustizia e divoratrice di libri, siano essi di storia, fantasy o classici, non fa differenza: sono da sempre i miei fedeli compagni d'avventure.
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