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Violenza sulle donne: ripercorriamo la storia 

Il tema della violenza sulle donne è sempre attuale.

Nonostante eventi, manifestazioni e iniziative che sensibilizzano sulla tematica, gli avvenimenti tragici sono all’ordine del giorno.

Nel 2024 sono state 113 le donne uccise in Italia, il 61% di queste per mano di un partner o di un ex compagno.

Al di là dei dati sui femminicidi, ogni giorno la violenza di genere si insidia nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nello sport e nella vita quotidiana, tanto da diventare quasi “normalità”.

Esistono diverse leggi che tutelano le donne, anche se pare che non si faccia mai abbastanza. Oggi vediamo quali sono le radici storiche della violenza di genere, dal passato fino ad ora.

Ci sono stati cambiamenti significativi?

In passato la donna era considerata inferiore, sia socialmente che politicamente, di conseguenza anche giuridicamente. Filosofi importanti, come Platone e Aristotele, ritenevano gli uomini superiori, sostenendo che “la donna è donna in virtù del fatto che le mancano determinate qualità”.

Con l’arrivo del Cristianesimo la situazione peggiorò, in quanto si riteneva che gli uomini dovessero sostenere le proprie mogli e figlie, poiché queste non erano abbastanza autonome. Alle donne non era permesso insegnare o avere un proprio pensiero, di conseguenza non potevano imporsi nella società.

Inutile dire che non esistevano leggi riguardo discriminazione e violenza di genere, poiché era idea comune che la donna fosse inferiore.

In età moderna le mogli erano proprietà del marito. Ricordiamo Rousseau, il quale affermava con forza che gli uomini dovevano essere più forti, mentre le donne erano passive e notevolmente più deboli.

In realtà questo pensiero era ancora radicato nel ‘900, basti pensare alle nostre nonne che vivevano la subordinazione al marito come una totale normalità, un fatto naturale che doveva avvenire. 

Solo con i moti del ‘68, e con l’avvento degli anni ‘70, le femministe iniziarono a farsi sentire, riguardo stupri, aggressioni e violenza domestica. Nonostante alcuni tentativi dell’epoca che hanno visto le donne protagoniste del proprio cambiamento, questo fu un periodo importante in quanto, per la prima volta, si metteva in discussione un sistema patriarcale e le donne si facevano sentire.

La legge n. 903 del 9 dicembre 1977 fu emblematica poichè vietava qualsiasi discriminazione sul lavoro che riguardasse il genere, avendo come finalità la parità dei diritti tra uomini e donne. 

Altro passo avanti importante fu la legge 442/1981 che abolì il matrimonio riparatore e il delitto d’onore, ritenuti discriminatori e sessisti nei confronti delle donne.

Riguardo alla violenza sessuale, nel 1996 fu emanata la legge n. 66, per tutelare psicologicamente e fisicamente le vittime di atti sessuali o aggressioni, con pene molto severe. Così la violenza sessuale diventa crimine contro la persona. Nel 2009 sono state inasprite tali pene e introdotto il reato di stalking, mentre 10 anni dopo, la legge n. 69, anche detta “Codice Rosso”, nasce per tutelare le donne che subiscono violenza di genere. 

Ancora oggi si cerca di migliorare e sensibilizzare riguardo discriminazione e femminicidio, con progetti scolastici e quotidiani. Nel 2022 è stato progettato un piano di monitoraggio del fenomeno della violenza di genere, per cercare di contrastarla maggiormente.

Nonostante questi tentativi, tantissime giovani continuano a subire vessazioni e aggressioni, ma soprattutto a morire, per una cultura patriarcale che non riesce ad evolversi. È importante battere sulle nuove generazioni, sui bambini che rappresentano il futuro, e sperare che la legge faccia il proprio dovere cosicché nessuna donna si senta sola.

Martina Maiorano

Leggi anche: La violenza di genere attraverso gli estratti letterari

Immagine generata da AI

Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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