Il rituale satanico che eviteremmo volentieri
“Siamo donne, oltre le gambe c’è di più” e questo lo sappiamo bene, soprattutto in termini di sopportazione e di pressione sociale.
Spesso la preoccupazione è quella di essere truccate e presentate nel migliore dei modi in base all’occasione.
Illuminante in crema, glitter pressati, eyeliner ultra water-proof–non sia mai che mi lacrimi l’occhio ed io non resti divina– e cipria trasparente-invisibile-magica che non altera il colore degli altri prodotti.
Siamo quasi tutte accomunate dalle corse allo studio dell’estetista, dalla pratica di strapparsi via con la pinzetta per sopracciglia i peli che sono sfuggiti alla ceretta – non mentite al riguardo, non vi crederò – o dal piazzarsi il borotalco nei capelli quando sono più unti delle patatine di McDonald’s.
Tutto lecito.
Ma soprattutto siamo tutte accomunate da un odio viscerale, da un’orticaria mentale e da spasmi muscolari al solo pensiero di doverci struccare una volta rientrate a casa.
Che sia dopo una giornata di lavoro, all’alba dopo una serata in discoteca, dopo il più tranquillo dei pomeriggi passati a pettinare le bambole, non c’è niente da fare: è un rituale satanico che non vorremmo mai iniziare.
Sebbene non struccarsi ci faccia meravigliare e compiacere della durata delle tinte labbra o della resa degli eye-liner fenomenali che compriamo, c’è di più: ci evita anche di vedere cancellate le nostre sopracciglia ad ala di gabbiano o i meravigliosi zigomi donati dal contouring.
Alcune pensano che basti strofinarsi una salvietta imbevuta sul viso, un po’ a caso, per assolvere il momento conclusivo della beauty-routine. E INVECE NO!
Che poi vi trovate comunque come dei panda con il sorriso di Jocker, quindi c’è poco di cui andare fiere.
In realtà quella che subiamo come una fustigazione ci aiuta nella rigenerazione delle cellule, così da non avere pori ostruiti e pelle soggetta ad invecchiamento precoce.
Suvvia, basta munirsi di dischetti struccanti – ne esistono anche versioni ecologiche, riutilizzabili dopo ogni lavaggio– e bifasico, acqua micellare, latte detergente.
In realtà non si tratta solo di una questione estetica, quanto di pulizia da sebo, sudore e altre cose che se restano appiccicate alle federe dei vostri cuscini faranno arrabbiare le vostre mamme.
Al di là dell’operazione da orsetto lavatore, avete comunque un alleato, un eroe silenzioso di cui spesso ci si dimentica!
Si chiama TONICO RIEQUILIBRANTE e non si sa come mai viene sempre snobbato, forse perché nessuno (o poche) sa a cosa serve.
Non è acqua fresca, non è acqua di Lourdes.
Dopo la pratica di struccaggio selvaggio, il tonico aiuta a pulire in profondità dai residui di make-up e la funzione “riequilibrante” serve proprio a stabilire l’elasticità della pelle, mantenendola tonica e luminosa.
Vi pare poco?
Se vi pare poco, ci risentiamo tra 5-6 anni.
Insomma, sono poche e semplici le mosse che possono regalare dei benefici soprattutto a lungo termine.
Alessandra De Paola