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Viaggio attraverso l’amore liquido

Le emozioni sono effimere e possono passare, i sentimenti invece possono nascere dal nulla, ma… devono essere coltivati.

Da buona studentessa di una facoltà di scienze sociali, ho letto tanti libri di Bauman. Si tratta un sociologo che non tutti conoscono e poche persone riescono a capire, al di fuori degli esami intendo.

Ho letto una marea di libri di Bauman, molto interessanti, ma nessuno mi ha colpito come questo.

L’amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame. Le “quasi” relazioni sembrano essere sempre più diffuse. La “società liquida”, così come la chiama Zygmut Bauman, si fonda sull’incertezza, sulla necessità di definirsi e ridefinirsi, perché non ci sono più i confini che c’erano tempo fa, nemmeno nelle relazioni. Dal “per sempre” si è passati alla più profonda instabilità dei rapporti. Viene a mancare del tutto la continuità del sentimento, fino alla mancanza totale della sua definizione: si sta insieme perché si sta bene, senza chiedersi più se ci si ama davvero.

Si pensa maggiormente all’individualità, a crescere personalmente ma soli. Gli altri sono spesso un contorno.

La domanda è: siamo tutti così? Quando ho letto questo libro mi sono resa conto che queste definizioni mi stavano strette. Ho avvertito un senso di angoscia. Ho conosciuto molte persone così solo che non gli davo tutta questa importanza sociologica. Poi mi sono resa conto di essere anche io un po’ così, per paura di perdere la mia individualità del tutto, come già è successo.

Questo perché, una cultura consumistica come la nostra è stata capace di rendere l’esperienza dell’amore simile ad altre merci, che attira e seduce sbandierando tutte queste qualità e promettendo soddisfazioni immediate e risultati senza sforzi.

La conoscete la storia dell’uomo e del ragazzo che mangiava pesce? Ve la racconto. Un giorno un uomo incontrò un ragazzo che si stava godendo il suo piatto di pesce e disse al ragazzo: “perché stai mangiando quel pesce?” ed egli rispose: “perché amo il pesce!“. L’uomo replicò: “oh ami il pesce! Ed è per questo che l’hai tirato fuori dall’acqua, l’hai ucciso e l’hai bollito? Non dirmi che ami quel pesce! Tu ami te stesso e visto che ti piace il suo sapore, allora l’hai tirato fuori dall’acqua, l’hai ucciso e l’hai bollito!. Molto di quello che noi crediamo amore, in realtà è “amore per il pesce”.

La maggior parte delle volte è così.

Barbara Petrano

 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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