Gli amuleti contro il malocchio
di Cinzia Abis
La parola latina amuletum, attestata anche nelle forme amoletum (o amolitum), la incontriamo in Plinio Il Vecchio che la fa derivare da amoliri, cioè “allontanare” o “rimuovere” qualcosa di minaccioso o dannoso.
Il termine amuleto designa gli oggetti con prevalente funzione apotropaica e protettiva, rinvenibili in diverse tradizioni storico-culturali. Gli amuleti o, per meglio dire, gli oggetti di varia foggia e materia investiti di qualità amuletiche, fugano il negativo che si insidia in ogni umana impresa o proteggono il beneficiario dallo sguardo malevolo e invidioso.
Assumendo la ricognizione e l’interpretazione delle pratiche magiche messa a punto dall’antropologo Ernesto De Martino, diremo che si ricorre agli amuleti in tutte quelle circostanze segnate dal fallimento o dall’incertezza, rispetto alle quali singoli individui o gruppi non dispongono di mezzi realisticamente orientati.
Come accennato, l’uso degli amuleti è considerato particolarmente efficace anche contro il malocchio, superstizione alla base della quale c’è la credenza nella potenza magica dell’Occhio.
L’antropologo e storico delle religioni Alfonso Maria Di Nola ci informa che nella lingua latina il termine fascinus (o fascinum) ha un doppio significato oppositorio. Indica sia la malasorte che si getta su qualcuno attraverso lo sguardo, sia l’amuleto in forma di fallo che si indossava proprio contro il malocchio.
Erberto Petoia, nel tentativo di rinvenire le ragioni del simbolismo fallico degli amuleti in uso nella Roma antica, avanza un’ipotesi che chiama in causa l’etimologia del termine osceno, che originariamente aveva un significato diverso da quello corrente. Obscoenum significava “cattivo augurio” e solo in seguito assunse il significato di “laido”, “turpe”.
In effetti, tanto un presagio funesto quanto il commettere atti turpi risultano minacciosi per una comunità. Qui sta il nesso tra le due accezioni del temine fascinum, nesso istituito sulla base degli effetti comuni che sortiscono il malocchio e il mostrare cose oscene.
Nel quadro ideologico della cosiddetta magia simpatica, la legge di associazione per analogia asserisce che il simile agisce sul simile. Cioè, si ritiene che la forza che ha un determinato effetto sia capace di annientare quella che sortisce un effetto analogo. Ma c’è un’altra pista da seguire a proposito del simbolismo fallico degli amuleti. Le corna degli animali, già in uso presso Greci e Romani, sono le capostipiti dei cornetti cui, specie a Napoli, si conferisce particolare efficacia magica contro malocchio e jettatura.
Seguendo Di Nola, all’entità o circostanza minacciosa si oppone il vigore sessuale dell’animale, di cui le corna sono un segno anatomico. I piccoli corni in metallo, in corallo, in legno, ne rappresenterebbero un sostituto simbolico.
A proposito del corno, ma anche di altri amuleti come il ferro di cavallo o il gobbetto, va osservato che oggi assumono un valore che trascende il piano della magia. Specie il cornetto viene assunto come una delle immagini della napoletanità alla stessa stregua, per intenderci, della pizza e del mandolino. L’atteggiamento superstizioso è uno dei tanti stereotipi che circolano su Napoli e i napoletani.
Come ha messo in luce l’antropologa Amalia Signorelli, non sono soltanto gli estranei a produrre e utilizzare gli stereotipi su Napoli. Sono gli stessi napoletani che all’occasione posso utilizzarli, farli circolare e sedimentare nell’immaginario di chi napoletano non è. Non a caso, lo stereotipo può diventare una merce eccellente.
Nel caso specifico, cornetti, gobbetti e ferri di cavallo diventano merce appetibile agli occhi dei turisti. Così, da amuleti divengono graziosi souvenir, meglio ancora se dotati di efficacia magica!
È, infine, degno di nota il fatto che alla mercificazione degli amuleti della tradizione “nostrana” si accompagni quella di oggetti che in primissima approssimazione definiremmo di gusto “etnico”. Magari esposti in vendita gli uni accanto agli altri. Si tratta di fenomeni evidentemente legati ai processi e contesti migratori. Circola ovunque, negli ultimi anni, la mano di Fatima, amuleto proprio della tradizione islamica.