La somma dell’Infinito (no spoiler)
di Maria Cristiana Grimaldi
Dieci anni sono passati dal primo film dei Marvel Studios: Iron man . Un periodo di tempo in cui a poco a poco si è delineato un arco narrativo a cui ci siamo affezionati. Ma sta per finire.
Dal 2008 ad oggi le cose sono cambiate molto. Da quando Tony Stark si è presentato come Iron Man, è stata data vita ad un progetto chiamato Marvel Cinematic Universe, con la Disney. Diciotto film, miliardi di incassi, tantissimo lavoro per dare vita a questi cinecomics che pian piano hanno attirato un seguito potentissimo. Fino ad arrivare a questo: Avengers Infinity War, il progetto più ambizioso e faticoso, ma soprattutto il più atteso, studiato dai registi Anthony e Joe Russo.
Dimenticate o almeno accantonate ciò che credete di sapere sui nostri eroi e sull’universo in cui sono inseriti. Le scene stanno per cambiare, ed è giusto che sia così.
Con Thor e con I guardiani della galassia abbiamo preso effettivamente atto dello sconfinato universo e delle infinite forme di vita che lo abitano. La terra non è l’unica a detenere il primato, ci sono altri mondi, altri pianeti, altre minacce. Thanos, è una di queste. Il potente titano, che si è fatto attendere tanto, non delude le aspettative, anzi. Ritenuto folle da molti, si staglia sulla scena come personaggio antieroico, difficile da inquadrare, come nei fumetti, sembra possedere qualità umane e mostruose che non possono lasciarci indifferenti. Ha il potere di creare riflessioni etiche, prima di tutto, ha la capacità di creare empatia nonostante crei distruzione.
Questo perché non è semplicemente cattivo, lui segue una sua filosofia scaturita dalla propria esperienza. Vuole il potere assoluto e lo status di dio indiscusso, che possono donargli solo le sei Gemme dell’Infinito, in modo da poter decidere come debba essere bilanciato il cosmo; il tutto con uno schiocco di dita. Prova emozioni, ha rispetto, ed è colui che detiene la scena all’interno di questa pellicola che mantiene col fiato sospeso attimo dopo attimo mentre i nostri eroi, affannosamente, cercano di tenergli testa.
I personaggi sono gestiti bene, se pensiamo che tutti hanno una propria storyline importante alle spalle e che nessuna può primeggiare in assoluto sulle altre. Ognuno ha il posto che gli spetta in questo caos, in questa ricerca di giustizia. Si creano gruppi e rapporti improbabili tra i personaggi che realizzano, in parte, il nostro sogno comune di vederli tutti insieme, almeno sul grande schermo.
In questo capitolo intenso, a cui siamo arrivati pian piano, con la giusta dose di cambiamenti presentati in ogni passo prima di questo, c’è un assoluto bilanciamento tra pathos drammatico e la solita ironia che caratterizza i nostri eroi. Questo è uno dei punti di forza del film che lascia lo spettatore in sospeso, come a volteggiare senza difese e senza un appiglio nel cosmo sconfinato.
Questo è ciò che sentirete, come se Thanos avesse giocato con la vostra anima, scomponendola.