Il coraggio è donna e si chiama Franca Viola
“La migliore protezione che una donna possa avere è il coraggio”.
E Franca Viola di coraggio ne ha avuto. E tanto.
Franca Viola ha imparato a sconfiggere la paura, a farla restare solo un ricordo lontano,
da sola, in silenzio,
perché se c’è una cosa che ha imparato, è che nessuno è mai così forte abbastanza da portarti via
la vita che vuoi,
i sogni che vuoi,
l’amore che vuoi.
Ma apprendere questa lezione per lei non è stato facile.
Le è costata cicatrici sul corpo e nel cuore,
le è costata lacrime e dolore,
giovinezza e incanto.
Franca Viola, infatti, è stata la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore e, ai suoi tempi, questo gesto di grande ribellione e, soprattutto di enorme coraggio, la fece diventare fin da subito il simbolo dell’emancipazione femminile degli anni del dopoguerra italiano.
Ma chi è Franca Viola?
Franca era figlia di una coppia di umili origini e all’età di soli quindici anni, per volere dei genitori, si fidanzò con Filippo Melodia, nipote benestante di un mafioso locale, ma questo piccolo grande dettaglio, la sua famiglia ancora non lo sapeva.
Solo poco tempo dopo, quando Melodia venne arrestato per appartenenza ad una banda mafiosa, il padre di Franca venne a conoscenza di tutto e ruppe il fidanzamento.
Ma per Melodia non esistevano i no e questo per lui fu un grave affronto.
Da quel giorno la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di minacce e intimidazioni molto pesanti le quali, però, non sono mai riuscite a farla cambiare idea.
La famiglia Viola era proprio come Franca: forte, incorruttibile e coraggiosa.
Nessuno avrebbe potuto spezzarla, fino a quando, a 17 anni, Franca venne rapita da Melodia con l’aiuto di suoi dodici amici, e in quel momento tutto cambiò.
Tutto, improvvisamente, si spezzò.
La famiglia Viola era disperata.
Franca anche.
Eppure nessuno di loro smise di lottare.
La ragazza fu violentata, malmenata e segregata per otto lunghissimi giorni al freddo e a digiuno in un casolare fuori dal paese.
Giorni dopo l’accaduto, il padre di Franca fu contattato dai parenti di Melodia per un incontro volto a mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e far accettare ai genitori della ragazza il cosiddetto “matrimonio riparatore”.
Secondo la morale del tempo, infatti, dopo una simile vicenda, il matrimonio con il proprio rapitore era la soluzione più giusta e possibile per salvare l’onore sia della ragazza che quello della sua famiglia.
In caso contrario, invece, la povera malcapitata sarebbe stata additata come “donna svergognata” per tutta la vita.
Sì, perchè a quel tempo, per la società e per la legge in particolare, il matrimonio riparatore era l’unica possibilità di estinzione del “peccato carnale” commesso.
La violenza sessuale era considerato un oltraggio alla morale, non alla persona.
Franca è davanti un bivio: accettare un’ingiustizia e una vita infelice con un uomo che non ha mai amato oppure una vita dignitosa, da sola e con il peso di un atroce e pregiudicante passato che non è dipeso da lei.
La violenza le aveva distrutto tutto.
Ma non la dignità.
Se qualcuno cerca di metterti a tacere, tu devi urlare più forte.
E allora Franca urla.
Urla con tutta la forza, con tutto il coraggio.
Franca non ha dubbi: si oppone al matrimonio riparatore e decide di restituire alla sua vita tutto i colori
che le erano stati tolti.
La dignità può incresparsi, danneggiarsi, ma mai rompersi.
La dignità è qualcosa che si piega ma non si spezza.
E a Franca l’avevano insegnato bene.
Con l’aiuto dei suoi genitori, la ragazza riuscì a far arrestare Melodia insieme ai suoi complici.
E finalmente, nonostante ciò che è stato,
nonostante quel che sarebbe stato
e nonostante tutto, si sentiva una donna libera.
L’ attenzione di tutta la stampa nazionale era totalmente concentrata su di lei, era la prima volta che una donna sceglieva volontariamente e consapevolmente di dichiararsi “svergognata” e di sfidare le arcaiche regole di un presunto “onore” patriarcale, Franca sapeva bene a cosa sarebbe andata incontro: ostilità dell’opinione pubblica, pregiudizi, emarginazione sociale e lavorativa,
ma i suoi valori erano più forti di tutto e nulla le avrebbe fatto abbassare la testa per la seconda volta.
Perchè Franca sa cos’è davvero la dignità e il rispetto per se stessi,
perchè “l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.
E lei ha voluto urlarlo al mondo intero.
Oggi Franca è una donna sposata con un uomo che ama, che stima e rispetta.
Con un uomo a cui non è mai importato nulla delle maldicenze e dei pregiudizi.
Con un uomo che ha saputo sostituire i suoi brutti ricordi con altri nuovi,
con nuove carezze, nuovi baci, nuovi sogni e nuove speranze,
perchè per lui “un giorno con lei è meglio di una vita intera con qualcun’altra”
Oggi Franca è una donna felice e realizzata che si è ricostruita pian piano, proprio quando la vita sembrava averle tolto tutto.
Oggi come allora, Franca è un simbolo di libertà e dignità per tutte le donne,
un esempio concreto per aiutarle a trovare la forza di dire di “no”.
Perchè se la paura ha mille nomi, il coraggio ne ha uno solo e si chiama Franca Viola.
Alessia Miranda