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Appunti di storia greca per il sociale, parte prima

Nessuno non sa chi siano i grandi Greci. Li identifichiamo come la popolazione che più ci ha illuminato poiché, nonostante l’antichità del proprio essere, si è sempre imposta come modello culturale di riferimento per ogni studioso e studente che si rispetti.

Quello che mi chiedo, da studentessa e appassionata di storia, sappiamo EFFETTIVAMENTE chi fossero i Greci? Da chi discendessero e con chi convivessero?

Quando studiamo il capitolo sulla civiltà greca, alle superiori, soffiamo su alcuni archi di storia antica infarinandoci le meningi e poi friggendole per benino durante una qualsiasi interrogazione. Ma, quindi, sappiamo EFFETTIVAMENTE chi sono i Greci?

Con questo pezzo cercherò di aiutare tutti gli studenti del primo anno che mi ringrazieranno, almeno spero, mandando al mio indirizzo scatole su scatole di caramelle gommose.

A Creta, tra il 2600 e il 1450 a.C., scorrazzava felice col suo sistema palaziale la civiltà minoica, finché tra una bufera interna e l’altra, tra una disputa economica e una pugnalata alle spalle e l’altra, il vulcano Tira non decise esplodere, dando il colpo di grazia ai minoici che potremmo considerare come degli antenati dei greci stessi.

Così, tanto duri e forti, si insediarono a Creta i Micenei, gli Achei, per intenderci. Siamo all’incirca nel 1600 a.C.

Gli Achei, oh, avete presente?

«Cantami, o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille.»
(Proemio dell’Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti)

Omero ci racconta che gli Achei sono i Greci.

Nel VIII a.C. erano gli Elleni.

I Romani li denominarono, appunto, Greci, da graikoì, per Erodoto è greco chiunque sia in linea con la cultura greca, non necessariamente chi si trova nella terra abitata dai Greci.

Siamo nel 1200 a.C. e dai Balcani giungono i Dori che invadono i territori dei Micenei ponendo fine alla loro civiltà che ne aveva già passate tante, ma tante, ma talmente tante che la guerra di Troia e la stessa invasione da nord, era stata solo una parte delle motivazioni per le quali i Micenei si erano man mano fatti inglobare dai Dori.

In Attica, però, durante il periodo che noi denominiamo come Età Tardo-antica, sorgeva una città che era stata fortemente influenzata dalla stirpe ionica: Atene.

Ora, mi giocherei la mano destra in stile Muzio Scevola, dicendo che per tutti noi i Greci sono Atene.

Nella visione che abbiamo attualmente della civiltà greca, Atene, con i suoi fasti, la bellezza, la cultura, la filosofia e quella che sappiamo essere la primissima forma di democrazia mai esistita, è la polis greca per eccellenza. Ed è giusto pensarlo.

Il primo ad Atene a scrivere delle leggi pubbliche, nel 624 a.C. è Dracone.

Ricordiamolo come fosse un drago grosso.

Dracone capì che la giustizia fai da te non era il massimo per una società e che la vita di un uomo valeva qualcosa in più di una foglia secca, quindi affidò alle istituzioni il compito di amministrare sicurezza e giustizia, distinguendo, inoltre, omicidio colposo e volontario.

Nel VI secolo, l’uomo del momento era Solone, arconte ateniese che grazie all’introduzione della seisàchtheia, scuotimento dei pesi, alleggerì il sistema monetario, portando a un progressivo abolimento della schiavitù, inoltre divise la società in senso timocratico, in base censitaria distinguendo tra

PENTACOSIOMEDIMNI, ripeti, P E N T A C O S I O M E D I M N I (i Flavi Briatore)

TRIACOSIOMEDIMNI (i Carlo Conti)

ZEUGITI (i genitori borghesi del tuo compagno di banco)

TETI (gli studenti fuorisede che mangiano solo tonno sottomarca, i poveri)

Solone, però, scontentò un po’ tutti, i ricchi che non avevano più gli schiavi e i poveri che non avevano alcuna influenza politica pur essere il motore della società.

Popolazione scontenta, cosa si fa se non lasciare il potere a uno che svuota di senso le istituzioni e comanda tutto come Pisistrato?

Pisistrato e la stessa tirannide del figlio Ippia governarono un po’, finché gli ateniesi non si resero conto che per andare a fare la pipì dovevano chiedere il permesso al tiranno.

Allora entra in gioco Clistene che sconfigge l’idea di una riforma oligarchica di Isagora ed elabora un piano di riforma democratica basata su una divisione trasversale e geografica dell’Attica.

E se pensi sia finita così, ti do una cattiva notizia: ti sto aspettando alla prossima puntata di APPUNTI DI STORIA GRECA PER IL SOCIALE.

 

Benedetta De Nicola

Benedetta De Nicola

Prof. di lettere, attivista fan Marvel da sempre. Ho fondato La Testata e la curo tuttora come caporedattrice e art-director.
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