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Storia in gioco, il lato “maturo” di Youtube

Storia in gioco è il nuovo format lanciato sul canale di Giopizzi. Nel primo episodio This War of Mine, il survival gestionale ispirato all’assedio di Sarajevo.

Sono passati giorni, secoli se si considerano i tempi dell’informazione digitale, dalle discusse polemiche che hanno visto coinvolto lo youtuber CiccioGamer. La vicenda la conoscete quindi non starò qui ad annoiarvi con le solite polemiche sterili, il mio vuole essere un discorso un tantino un po’ più costruttivo, nei limiti delle mie capacità. Il punto è questo: ancora oggi gli youtuber vengono visti con scetticismo, soprattutto dalla tv italiana e da coloro i quali non hanno dimestichezza con il mondo dell’internet, una tesi portata avanti già da tempo da alcuni youtuber, GioPizzi compreso. Ma, ad oggi, i contenuti proposti sulla piattaforma hanno raggiunto livelli di “maturità” davvero considerevoli. Non è che il lavoro di tanti intrattenitori un tantino più ilari e burloni sia da criticare, a loro andrebbero assegnate altri tipi di utilità che non mi interessa descrivere in questa sede. Qui vorrei consigliarvi un format davvero unico nel suo genere: Storia in gioco.

Lanciato dal talentuoso Giovanni Pizzigoni (in arte GioPizzi), l’intento del format è quello di raccontare un episodio storico attingendo spunti dai videogiochi preferiti dello stesso youtuber, e perché no, consigliare gli stessi. Nel primo episodio sono presentati i fatti di This war of mine, un gioco di sopravvivenza ambientato in una città fittizia ispirata alla Sarajevo assediata durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. 23 minuti in cui gli aspetti del gioco si fondono con la storia, intrattenendo, informando e allo stesso tempo cercando di far digerire episodi tragici.

Il concetto di immedesimazione con cui GioPizzi introduce il video ha lo stesso valore sociale di un’opera artistica, al pari di un film o un romanzo, perché nessun millennial italiano ha dovuto fare i conti con la guerra e immergersi in questi contesti è sicuramente molto educativo. Non sto a raccontarvi troppo né del gioco né dei fatti di Sarajevo, non voglio rovinarvi la godibilità nel guardare il video.

L’importante è comprendere che a questo aspetto si ispira il principio di maturità al quale alludevo. Negli anni, ogni forma artistica e di intrattenimento ha subito un’evoluzione rispetto all’origine. Pensiamo al fumetto, nato per intrattenere un pubblico di massa, ha poi raggiunto uno spessore artistico prima di allora impensabile, e oggi graphic vincono importanti concorsi letterari. Youtube è cambiata rispetto all’origine, così come internet, da che si intravedevano solo video di gattini oggi ci si può documentare con un certo grado di affidabilità, ammesso che si sappia cercare. C’è ancora tanto da fare, il processo è ancora in atto e, insieme ai tanti esperti di settore, giovani talenti come Giovanni Pizzigoni, Alessandro Masala e molti altri ancora rispecchiano il volto di quest’evoluzione.

Allo stesso modo si è sviluppato il mondo videoludico:

“[…] i videogiochi ovviamente non sono nati tanto per raccontare una storia, ma appunto, per giocare, per regalare al giocatore un’esperienza divertente.

Però le cose cambiano, costantemente. Che cosa intendiamo con “videogioco” oggi? Un insieme di pixel colorati o meno in cui vengono contati i punteggi delle nostre partite, oppure una ricchissima serie di esperienze possibili che intrecciano quasi ogni aspetto artistico rappresentabile?

[…] Mi viene in mente per esempio Dear Esther, della The Chinese Room. È un videogioco di un’ora di “camminata” in cui l’unica cosa che può fare il giocatore è vagare per un’isola, cercando riscoprire ricordi, immagini, pensieri, un percorso emotivo fantastico che raggiunge un climax intimo e spettacolare. Per carità, se la vivi nel modo sbagliato sei stronzo, ed è ovvio che ti rompi immediatamente”.

In quest’estratto di un’intervista a Giovanni, rilasciata alla piattaforma player.it, si può intuire la scelta di accostare i videogiochi per parlare di storia.

Non è lo strumento in sé ma è come lo si usa. Esiste tanta tv spazzatura come tanto marciume sul web. Pertanto Storia in gioco è il mio consiglio per orientarvi.

Fatemi sapere come è andata.

 

Raffaele Iorio

 

Raffaele Iorio

Raffaele non sa per nulla essere spiritoso, è per questo che ha ingaggiato un umorista per scrivere la sua biografia. Ad oggi nessuno ancora si è fatto vivo.
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