Costa Concordia: cronaca di un naufragio annunciato
È sera, a bordo si sta servendo la zuppa di patate e cipolle, quando un fortissimo boato fa sobbalzare tutti quanti ma il comandante rassicura che non c’è niente da temere.
La nave sta solo affondando.
È la notte del 13 Gennaio 2012 e la Costa Concordia, appartenente al gruppo Carnival, si accascia sul lato sinistro a poca distanza dalla costa dell’Isola del Giglio.
È ora di cena, i più sono al ristorante quando un forte boato interrompe l’armonia della serata. Cosa sarà mai successo? Un iceberg, speriamo di no.
Peggio: gli scogli dell’Isola del Giglio, perfettamente visibili di notte anche da notevole distanza.
L’errore umano in questo caso è secondario alla pomposità di un comandante troppo sicuro di sé e della natura che non lo ha perdonato.
La Costa Concordia si avvicina alla costa per il famoso “inchino”, il passaggio ravvicinato della nave alla terra ferma ma qualcosa va storto; l’enorme imbarcazione cozza contro gli scogli del piccolo arcipelago delle Scole e sbanda, imbarca acqua e comincia ad inclinarsi su un lato.
I tempi sono cambiati, sono passati esattamente cento anni dal tragico naufragio del Titanic (per leggere l’articolo clicca qui), ad oggi è più facile ed immediata la comunicazione, le scialuppe di salvataggio sono più numerose ed il personale è addestrato. Forse.
Ma allora cosa è andato storto? Stando alle registrazioni telefoniche e alle ricostruzioni di quella terribile notte, il problema sarebbe stato sminuito come “risolvibile in poco tempo” e che non c’era da allarmarsi, la navigazione avrebbe ripreso il suo corso a breve.
Purtroppo però, tutte le sale contenenti le pompe diesel e i quadri di controllo sono completamente sommersi. La nave non riesce a riaccendere i motori e per di più è incagliata ma la situazione è, per il comandante Schettino, “risolvibile”.
Passano le ore, è ormai notte, e i passeggeri cominciando ad andare nel panico: vengono fatti indossare i giubbotti salvagente e indirizzati verso il ponte ma la situazione non è ancora ben chiara.
Intanto le alte cariche cominciano ad agitarsi e si dà il via alle operazioni di salvataggio che si concluderanno solo verso le sei del mattino ed il comandante Schettino, messosi in salvo a bordo di una lancia, dichiarerà di averlo fatto solo perché convinto che tutti i passeggeri fossero già in salvo.
In realtà il bilancio è piuttosto drammatico: trentadue vittime di cui ventisette passeggeri e dodici membri dell’equipaggio.
Tra i capi d’imputazione oltre ad omicidio colposo, naufragio colposo e mancata comunicazione dell’imminente naufragio, anche la mancata preparazione dell’equipaggio a gestire una simile situazione.
Il giornalista Luciano Castro, passeggero a bordo della nave, racconta: “Il personale restava impassibile al proprio posto. In realtà erano inebetiti, incapaci di reagire, del tutto impreparati ad affrontare la situazione”.
Il 12 Maggio del 2015 la Costa Concordia è stata completamente demolita ma il ricordo di quella terribile notte vive ancora nella memoria di tutti.
Maria Rosaria Corsino