Leephunt: io, loro e il primo singolo
Ci sono quelle cose che si dicono ma che non si fanno mai, tipo studiare.
Poi ci sono quelle cose che si dicono e si fanno e poi si raccontano a tutti perché il mondo deve sapere.
La mia intervista ai Leephunt rientra nella seconda categoria
Siamo a Piazza Dante, in una soleggiata giornata di Gennaio ed io ho capito pastiere invece di tastiere, direi che i preamboli per un’ottima riuscita dell’articolo ci siano tutti.
I Leephunt sono una band giovane, formata da cinque ragazzi talentuosi, simpatici e molto alla mano: Christian Landolfi (voce e testi), Amedeo Serra (chitarra), Antonio Originale (batteria), Augusto Cozzolino (tastiere), Federico De Rosa (basso).
Il loro singolo di esordio “Io te e Netflix” ha già superato le mille visualizzazioni e non potevo lasciarmi scappare la possibilità di conoscerli personalmente.
Dai, ragazzi, raccontatemi qualcosa di voi: come vi siete conosciuti e come è nata la band?
“Io e Amedeo ci siamo conosciuti il quattordici Ottobre del 2016” dice Christian, seguito dalla conferma di Amedeo “ poi nel 2018 si sono uniti anche gli altri”.
“Il batterista era un altro ma ho ascoltato i pezzi e ho deciso che volevo suonarli io” interviene Antonio “sono tutti inediti tranne una cover dei Daft Punk: Something about us”.
La storia dietro la registrazione della cover, mi raccontano, è molto particolare: ventiquattro ore di full immersion in cui hanno registrato il pezzo e realizzato il video
“Ci siamo chiusi nello studio e abbiamo registrato tutta la notte! Ci alternavamo per dormire e, mentre io dormivo sul divano” racconta Federico “Amedeo suonava la chitarra con l’amplificatore al massimo. Il mattino dopo abbiamo registrato il video: ventiquattro ore intere in cui tutto è stato auto prodotto”
Da pochissimo è uscito invece il video di “Io, te e Netflix”
“Questo brano vuole raccontare la storia di una relazione che nasce da una cosa in comune come la stessa serie preferita su Netlfix” mi spiega Christian “ma che poi in realtà si ferma a cose in comune estremamente superficiali. È un brano, come gli altri, che viene da un’esperienza vissuta: non c’era tra le intenzioni quella di scrivere una critica ai moderni rapporti sociali o altro, semplicemente sentivo il bisogno di tirare fuori delle cose che avevo da dire e così è nato Io, te e Netflix.”
Quindi i brani sono tutti scritti da te?
“Sì ma vengono poi studiati anche dagli altri e ciascuno mette un po’ di sé. Ognuno di noi ha un background diverso e riusciamo a personalizzare i pezzi attraverso le singole esperienze di ciascuno. Anche i modelli a cui ci ispiriamo sono diversi l’uno dall’altra, per citarne qualcuno possiamo dire i 1975 e Ainé”
Nel video della canzone, mentre Christian è impegnato in una relazione, gli altri della band appaiono in particolari momenti quasi con sguardi accusatori. Tutto ciò ha un senso voluto o è per semplice estetica del video?
“Assolutamente ha un senso: loro rappresentano la personificazione di ciò che è davvero importante: la band, o meglio, la musica.
Tutto il video racconta in realtà una possibile storia con la ragazza (Andreina Buccino) con cui mi scontro. Nel momento in cui, una volta restituitele il telefono, torno a suonare e incrocio lo sguardo con l’ultima ragazza che appare nel videoclip, quello sguardo nato senza mediazione di social o altro, vuole rappresentare l’idea di un rapporto sincero e sicuramente molto più profondo”
Come è stato realizzare un videoclip?
“Stancante, soprattutto. Ma molto bello e ci ha permesso anche di metterci alla prova e di tuffarci in una nuova esperienza.
La sceneggiatura è di Christian, mentre la regia di Dario Lauritano, con le scenografie di Walter Senese ed è stato girato tra Caserta, Quarto e Napoli”
Ci sono dei progetti futuri come un disco, dei live, altri video?
Sicuramente c’è l’intenzione di far uscire altri video prima di un possibile EP auto prodotto di cinque brani.
Ma a questo punto non posso fare a meno di chiedervelo: quali sono le vostre serie Netflix preferite?
E con questa domanda li metto davvero in difficoltà
“Vikings. Anzi no, Black Mirror “ risponde Federico seguito da Antonio che dice Luke Cage mentre Augusto cita Breaking Bad, Amedeo The 100 e Christian Master of none”
Voi, invece, chiudete Netflix e correte ad ascoltare i Leephunt su Youtube o Spotify. Ci ringrazierete.
Maria Rosaria Corsino