La vita di una napoletana al Nord
Devo dire la verità, mi aspettavo facesse più freddo. Ma o’ sol’ ‘arò stà?
La prima volta che sono approdata al Nord, precisamente a Modena, era il 5 luglio e di sole ce n’era. Mi sono guardata intorno e ho riso alla faccia di quei napoletani che me ne parlavano così male, di cui ho sempre diffidato. Cosa poteva esserci di così tremendo, a solo 500 km da casa?
Quel giorno ero lì in giornata per un colloquio, di passaggio, ma c’era un fifty-fifty che sarei andata lì a vivere, nella patria dello gnocco fritto e delle tigelle. In vista di questo possibile futuro, non mi sono fatta sfuggire un giro al centro sotto gli umilissimi 28° di una città senza mare.
In meno di un’ora avevo visto tutte le piazze e i monumenti “principali”. Stupita da questa avventura, ma comunque non delusa della bellezza del centro storico, me ne sono tornata a Napoli dove mi aspettava la mia attesissima vacanza estiva.
Per un bel po’ alla città emiliana non ci ho pensato, ma mi sono goduta il mare più che potevo, avevo la sensazione che per un po’ non lo avrei avuto “sott’occhio”.
La chiamata è arrivata, non ricordo bene il giorno e non andrò a controllare perché non serve sapere altro che era uno degli ultimissimi giorni di agosto e io di nullafacenza ne avevo avuto abbastanza: volevo fare qualcosa di bello, ma soprattutto guadagnarmi da vivere dato che le borse di studio mi avevano già abbandonato da un bel po’. Avrei accettato tutto.
Tre giorni dopo ero a Modena (non preoccupatevi, avevo un appoggio). Una settimana dopo ho cominciato a lavorare in uno stabilimento pazzesco, che solo da un mese è pubblico: il Maserati Innovation Lab, come UX Specialist. E di cosa mi potevo lamentare?
Il mio spostamento non è mai stato traumatico, e penso di stare realizzando il tutto scrivendo proprio ciò che state leggendo.
Sono arrivata a settembre, l’aria era limpida e il sole non mancava fino le 20:30. Grazie al mio ragazzo, mi sono sentita praticamente a casa.
Ho mangiato come se non ci fosse un domani, gnocco fritto, salumi di ogni tipo, tigelle, lardo, tagliatelle e tortellini.
Sono arrivata ovunque in poco tempo: Bologna, Reggio Emilia, Parma e Milano. Mi sono sentita a un passo dal resto del mondo.
Ho fatto giri in centro, acquisti, aperitivi in piazza Roma, parlato con gente del posto, scoperto scroci fantastici.
Poi… quella maledetta ora solare. Solare, co’ cazz.
Anche se ho sempre odiato questo cambio, qui a Modena ha portato con sé nebbia al mattino, pioggia dopo pranzo, abbiocco alle 16:30 con il calare del sole.
Ogni tanto andavo “a ruota” e ordinavo la pizza alla Smorfia, 100% napoletana.
In mezz’ora ero a Bologna, ma per arrivare a casa ci mettevo cinque ore e un fottio di soldi.
Al centro ci andavo, ma non so quante volte ho pensato e detto “Non ha niente a che fare con via Toledo. E poi la gente dove sta?”.
Insomma, il colpo mi ha preso un poco dopo il previsto. Mi sto ancora riprendendo, ma l’aria di Natale e la bellezza della neve mi hanno fatto trovare un equilibrio.
Il brutto e il bello possono coesistere e, mentre passo del tempo prezioso qui “al Nord”, che mi farà crescere tanto, la mia Napoli sarà sempre lì, con il suo mare, ad aspettarmi quando ho bisogno di respirare un po’.
Carolina Niglio