La rivincita delle ex: il caso Aniston – Pitt
La società contemporanea, ispirata da i più nobili valori illuministici, in nome di una lotta al perbenismo e alle discriminazioni, animata, come si sente, da grande filantropia e garantismo etico, crede di aver fatto passi in avanti, di aver superato vecchi modelli, stereotipi umani ormai obsoleti, luoghi comuni anacronistici e sorpassati.
Eppure ognuno di noi, dal più colto intellettuale al più modesto degli analfabeti, non riesce ad accettare che una donna possa essere donna senza essere madre, che una donna tradita possa non amare più il marito traditore, che una donna single possa aver consapevolmente scelto la sua solitudine, che una donna divorziata possa non volere un’altra relazione, che Jennifer Aniston possa vedere in Brad Pitt solo un cinquantenne mollato, perché alcolista cronico, dalla sua seconda moglie dopo essersi accollato la di lei tribù di figli.
Jennifer Aniston, per un oscuro algoritmo mediatico, è probabilmente la star dello showbiz più tormentata dall’idea di donna che secoli di sostanziale immobilismo culturale hanno plasmato. Volendo ricostruire per icone la biografia della povera Jen, il quadro che ne esce è questo: 1) scialba e insignificante moglie del più figo di Hollywood; 2) moglie scialba e insignificante tradita dal più figo di Hollywood con la più figa di Hollywood; 3) divorziata tradita senza figli; 4) fidanzata di Justin Theroux (figo ma non abbastanza); 5) moglie di Justin Theroux senza figli; 6) divorziata senza figli che non spera altro che ritornare con il primo marito fedifrago. Tra una tappa e l’altra, Jen ha dovuto ciclicamente chiarire a mezzo stampa che quel gonfiore addominale non era una dolce attesa ma la testimonianza tangibile che i lipidi sono composti organici non solubili.
Premesso che subire un tradimento, smentire una gravidanza e ammettere di avere messo su la panza siano tagli profondissimi e insanabili inferti alla propria autostima, Jen ha attraversato le diverse tappe della sua vita con discrezione, dignità e una cristiana sopportazione che ha del sovrumano. Jen avrebbe potuto chiarire in qualunque momento che lei per un decennio è stata Rachel Green, sogno erotico del folto pubblico di Friends, che è un’attrice brillante e multimilionaria, che è una cinquantenne attraente e indipendente: eppure ha taciuto indifferente, almeno apparentemente, lasciando il mondo a versare litri e litri di commiserazione su inutili tabloid.
Ora, a qualche anno di distanza dallo struggente ed economicamente sfibrante divorzio Pitt- Jolie, ora che la coppia più scintillante d’oltreoceano è andata in mille deprimentissimi pezzi, per Jen sembra essere arrivato il momento del riscatto, il momento di raccogliere a fasci le proprie soddisfazioni, il momento di vedere finalmente riconosciuto il proprio ruolo di donna fottutamente cool.
Ai SAG 2020, i due sono presenti, sono premiati, sono paparazzati mentre si salutano affettuosamente. Il mondo vede le immagini di lei illuminata dalla seta bianca del suo abito, lui, la sua bellezza a cui i 57 anni hanno aggiunto il fascino di un uomo vissuto, il bacio tra i due: il mondo vede le foto di quel bacio e ricomincia a sognare che qualcosa possa rinascere tra di loro, che qualcosa sia rimasto a covare sotto la cenere e che da un momento all’altro possa di nuovo divampare. Il mondo vede quelle foto e sogna.
Ma noi non siamo romantici come il resto del mondo. Noi non sogniamo, non speriamo in un ritorno di fiamma: siamo persone abbiette, crudeli cacciatori di taglie. E, dunque, l’immagine che davvero ci regala un attimo di godimento non è quella romantica del bacio, ma quella spietata del post- bacio: Jen indifferente va via, Brad guardando la sua schiena che si allontana per un momento le trattiene la mano. É un solo un attimo, una frazione di secondo, l’istantanea di un momento: ma è il momento in cui per una volta Jen non perde, non è l’infelice sconfitta, la donna incompleta o la moglie tradita. Jen è solo fottutamente cool!
Valentina Siano
Leggi anche Martin Luther King e il sogno americano