Rob Gonsalves e l’arte di immaginare come un bambino
La prima volta che vidi un suo disegno fu molto tempo fa, mentre scorrevo la home page di Facebook: successe per caso e rimasi a bocca aperta.
Con la smania di chi vuole saperne di più, poi, digitai il suo nome su Google e mai gesto fu più azzeccato, perché di fronte mi trovai un mare di magia e di sogni che a stento riuscivo a concepire.
Segnai il suo cognome su un taccuino, per avere la certezza di non dimenticare il nome di quell’artista dell’illusione ma, con il senno di poi, posso dire di non aver mai avuto bisogno di andare a ricercarlo: quel nome non l’ho mai scordato, era Rob Gonsalves.
Se dovessi descrivere Rob Gonsalves userei per prima cosa la parola magia, poi con quella magia cercherei di creare una pozione dentro un’ampolla e quella pozione avrebbe dentro l’immaginazione profonda di un bambino, la poesia del poeta migliore di tutti i tempi ed il sogno che nasce nella mente di colui che nel cuore costudisce il sentimento d’amore più profondo di sempre. Agiterei con delicatezza, la stessa delicatezza che possiede un pennello che scorre su una tela, pieno di colori, dritto al punto ma con un pizzico di suspense e preciso come solo chi disegna sa essere. Forse così, con tutti questi ingredienti, potrei quasi riuscire a creare quello che sento quando guardo un disegno di Rob Gonsalves.
Rob nacque a Toronto il 25 giugno del 1959 e fin da bambino si appassionò a pennelli e colori. Ispirandosi agli artisti più conosciuti di sempre, divenne uno dei più recenti esponenti del realismo magico, una corrente del ‘900 che descrive una sbalordita e surreale visione della realtà.
Avete presente quando siete sul prato a guardare le nuvole e ad un tratto le nuvole si trasformano in oggetti? Ecco, lui fa questo, ma non lo fa soltanto con le nuvole.
Vi è mai capitato di guardare una cascata o un semplice getto d’acqua e, d’un tratto, vedere che alla fine di quel getto l’acqua si trasforma in donne di bianco vestite, candide, che camminano sotto al chiaro di luna?
Vi è mai successo di guardare la luna e vederla ad un tratto diventare gigante, come tutto il cielo?
O ancora, vi è mai capitato di camminare al buio e vedere le finestre trasformarsi in fantasmi? E scappare, fuggire per la paura?
Queste sono solo alcune delle opere che Rob ci ha lasciato.
Gonsalves ha amato in modo così prepotente e appassionato giocare con le illusioni ottiche che non c’è modo di non restare stupefatti dalle trasformazioni che subisce qualsiasi elemento della natura quando viene filtrato dai suoi occhi, dal suo pennello.
Capace di immaginare un panorama quasi distopico, senza cascare mai in qualcosa di già visto o di scontato, Gonsalves qualche volta ci fa anche intimorire, altre volte ci fa pensare, altre ancora ci fa chiedere perché, lasciando però sempre quel pizzico di curiosità in chi osserva le sue opere, tanto da farci domandare come sia stato possibile immaginare qualcosa di tanto diverso, strano, qualcosa che delle volte prende due elementi completamente opposti e li unisce giocando con la prospettiva, come se fosse un bambino che non riesce a trovare il pezzo giusto del puzzle ma che alla fine riesce a farlo combaciare alla perfezione lo stesso.
Gonsalves morì il 14 giugno del 2017, ma lasciò in sua memoria tutto ciò che in vita ha immaginato. Dipinti che sembrano usciti dalla mente di un bambino e invece Gonsalves è stato soltanto un adulto che non si è mai dimenticato di sognare, di immaginare e di disegnare tutto quello che la sua straordinaria mente gli permetteva di creare.
Martina Casentini
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