Disney ti fa tornar bambino: seconda stella a destra, questo è il cammino!
Chi come me, ormai 24enne (ahimè), è ancora appassionato ai cartoni della Disney e li vedrebbe fino alla vecchiaia?
So che siete un bel numero di persone e chi nega, probabilmente sta mentendo, perché crede che siano per un pubblico di soli bambini. Ebbene: vi sbagliate di grosso! E lo dimostra la quantità sempre maggiore di film Disney trasmessi nelle sale cinematografiche e il loro strepitoso successo.
Come non versare lacrime per la scena della morte di Mufasa nel Re Leone (credo di non essermi mai ripresa: maledetto Scar!) o non emozionarsi quando il piccolo Dumbo ritrova finalmente la madre, riconoscendola dal verso del suo barrito?
In fondo lo dobbiamo ammettere: tutti noi vorremmo tornare bambini o rivivere, seppur per brevi istanti, la magia di quel periodo della nostra vita in cui tutto era dominato dalla meraviglia e dall’innocenza dell’ingenuità, ed è per questo che la maggior parte di noi continua ad essere un assiduo fan della Disney.
Sicuramente, rispetto ad un bambino, noi “grandi”, purtroppo e sottolineo il purtroppo, non riusciamo a non essere scettici e a mantener quell’espressione dell’“oh, che meraviglia” di un Povia per determinate scene Disney, ma la magia e l’emozione sono sicura che vi colpisce un po’ tutti.
Personalmente sono contenta del fatto che la Disney proceda con i remake dei suoi cartoni animati e che sfrutti innumerevoli effetti speciali per rendere ancora più tangibile quello che chiamo appunto “il mondo dei sogni”, anche perché un tale colosso, come la Disney appunto, non poteva non stare al passo con i tempi e adeguarsi alla tecnologia del nostro secolo.
Il successo è assicurato e a parlare sono i numeri: “Aladdin” ha incassato 15,4 milioni di euro, “Dumbo” 11,2 milioni di euro, “Il Re Leone” ben 55,8 milioni di euro (e a mio modesto parere, la scelta di Marco Mengoni e di Elisa come doppiatori è stata una scelta più che vincente e accattivante).
Credo che guardare questi film d’animazione faccia davvero bene perché ci lasciano insegnamenti preziosi, che possono essere avvertiti con maggiore profondità da adulti, anche se, inconsapevolmente, li abbiamo immagazzinati già da piccoli e hanno influenzato tutta la nostra vita.
Farò qualche breve esempio, giusto per riflettere insieme.
Nella “Bella e la Bestia” si affronta il tema delle apparenze e di come dovremmo diffidarci da esse, ma superarle (così, magari, anche noi potremmo avere la fortuna di innamorarci di una bestia che si trasformi poi in principe).
Le disavventure di “Pinocchio” ci fanno capire che le bugie non vanno dette perché hanno le gambe corte e portano guai.
“Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticar”. L’hai letta cantando, non è così? Sta di fatto che “Il Libro della Giungla” ci insegna che nella vita non servono grandi cose per essere felice, ma appunto, lo stretto indispensabile. E se lo dice il nostro saggio vecchio orso Baloo, sarà vero!
“Ohana” è una delle frasi più gettonate sul web e significa famiglia, la famiglia che in “Lilo & Stitch” è sinonimo di porto sicuro, luogo dove rifugiarsi e aiutarsi nelle avversità.
E vorrei concludere proprio con ”Peter Pan”, un personaggio in cui molti si immedesimano per la sua pretesa di non voler crescere, ma è una cosa che non si può impedire e dobbiamo farci i conti, conservando però la tenacia nel perseguire i propri sogni, perché “solo chi sogna, sa volare”.
Insomma, spero che tutti voi conserviate dentro un pizzico del bambino che è in voi e che lo alimentiate attraverso la visione di questi capolavori.
Alessandra Liccardi
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