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Demetra: gli abiti di Fabrizia Cacace al Real Museo Mineralogico di Napoli

In queste giornate grigie e stinte, in cui l’inverno ancora non lascia spazio alla primavera e le notizie sui giornali ci parlano di virus influenzali potenzialmente letali, poter scrivere di qualcosa di bello alleggerisce ed allieta lo spirito. La sfilata “Demetra” della giovanissima stilista napoletana Fabrizia Cacace di bellezza e grazia ha fatto il suo marchio di fabbrica.

Scegliere il Museo Mineralogico di Napoli, all’interno della maggior università di Napoli, la Federico II, è la scelta stilistica e filosofica di una artista ventiduenne che porta le sue creazioni davanti ad autorità e stampa in un sabato pomeriggio di fine febbraio. Tra meravigliosi minerali, pietre, cristalli di ogni forma, colore, sfumature, tra combinazioni miracolose di cerchi, quadrati, gemme, stalattiti e stalagmiti, la passerella allestita dall’organizzazione della giovane si presenta perfettamente, elegante ed essenziale. L’idea del luogo non è casuale, in quanto lo spirito primo ed originario, il movente di questa sfilata è appunto una discesa incredibile negli abissi delle forme naturali. Gli abiti progettati e realizzati da Fabrizia Cacace sono in dialogo con l’ambiente circostante, ispirati nei colori e nelle forme anche a quelle straordinarie, millenarie pietre che ci sembra impossibile non ammirare assieme agli abiti, quasi fossero un tutt’uno e nessuna potesse esistere senza l’altra. Il messaggio di questi vestiti, un po’ marini ed un po’ chic, un po’ sirenici e un po’ glamour nel senso classico del termine, combina celebrazione delle forme naturali, ancestrali e femminili con i tagli delle grandi tradizioni, in un discorso accordato ed uniforme che sigilla l’amore per la moda in tutte le sue manifestazioni. Demetra il nome scelto dalla stilista per la sfilata, presentata con simpatia e carisma dall’attore napoletano Diego Sommaripa, patrocinata dal Comune di Napoli e dall’Accademia della Moda, luogo di formazione della neolaureata Fabrizia. Demetra è la madre terra, la madre dispensatrice, ed anche in questo la scelta non è casuale, è profondamente interconnessa con un’ ancestralità alla quale Fabrizia Cacace si appoggia, traendo da lì creatività e linfa vitale, le sue radici solidamente affondate in una storia dell’umanità che non può e non deve dimenticare da dove proviene, dalla terra e dal mare, dalla natura che sta lentamente distruggendo. È affascinante osservare quanto questa giovane donna, bella e raffinata quanto le modelle da lei scelte per portare in passerella i suoi abiti, sia legata alla bellezza e all’estetica ma la concepisca inscindibilmente da un messaggio ambientale, culturale e sociale. Come a dire, al suo pubblico e ai fruitori della sua arte, che non basta essere in grado di esporre qualcosa di gradevole all’occhio, ma che bisogna riempire di contenuto la propria creazione affinché essa possa esprimere efficacemente la propria polisemia. Napoli è ancora culla di talenti, cultura e amore per la terra, ancora luogo in cui nascono menti brillanti, fantasiose e determinate, capaci di veicolare una visione del mondo originale, nuova, utile. Vedere queste potenzialità sorrette, patrocinate e sostenute da autorità di cui talvolta siamo costretti a riconoscere meriti e demeriti, funge da propulsore per credere alle possibilità e alla concretizzazione di sogni, per l’immediato e remoto futuro di questa splendida terra del sud, ma anche d’afflato globale. Grazie, Fabrizia.

 

Sveva Di Palma

La Redazione

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