De Orationis Atramento: sulla preghierina all’amico inchiostro
Caro inchiostro
che nasci nero
che dai la vita
ad ogni pensiero,
che racconti tutto
ma che non parli
tu illustri e immagini
gli uomini, i cavalli,
le galline, i pappagalli,
le case e le chiese,
raffinate o meno,
i palazzi altissimi
e uno stranissimo treno,
i fringuelli e le baguette,
i cocomeri e le omelette,
i colori che non trovo
e senza romperlo,
anche l’interno dell’uovo.
Caro inchiostro
che sei nostra mano,
nostro piede,
nostro naso,
nostro deretano,
che nasci dal fumo
e dalla nostra esigenza
di ricordarci di noi
perché non si può far senza,
sarai sempre perfetto,
al di là del colore
al di là dell’aspetto
e al di là dell’odore
e ricorderai tutto,
e ricorderai niente,
o inchiostro sincero
o inchiostro silente.
Quindi per questo,
noi ti preghiamo,
noi artisti e scrittori
che senza te non esistiamo
che senza te non esisteremmo
neanche nei sogni,
accompagnaci fino alla fine dei nostri giorni.
Disegno di Luca Casadio
Vedi anche: De Rango Historia: sul camaleonte che salvò il west