Regione Campania, in arrivo lo psicologo di base
Il Consiglio regionale della Campania ha approvato il testo di legge per l’istituzione del servizio di Psicologia di base, per affiancare i medici di Medicina Generale.
Un passo importante a sostegno sia dei singoli cittadini che dello stesso Servizio Sanitario.
È del mese di luglio l’approvazione, da parte del Consiglio regionale della Campania, della legge che prevede l’istituzione dello psicologo di base in affiancamento ai medici di Medicina Generale e dei pediatri di libera scelta.
Una collaborazione che ha lo scopo di sostenere l’azione di questi ultimi, sempre più spesso chiamati ad assolvere funzioni che travalicano le loro competenze, sfiorando quelle dei colleghi psicologi, appunto.
“È un giorno storico – ha dichiarato Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania – Appena due anni fa la psicologia veniva riconosciuta come professione sanitaria a tutti gli effetti, con la pubblicazione dei nuovi Lea il diritto all’assistenza psicologica è diventato di fatto una norma dello Stato. Il servizio di Psicologia di base è fondamentale oltre che per la nostra professione soprattutto per i cittadini, perché vuole garantire a tutti il benessere psicologico fornendo loro un primo livello di servizi di cura e di assistenza e fornendo anche informazioni utili ai livelli secondari di cura e ai pronto soccorso”.
L’approvazione, però, non è meramente normativa. È stata prevista anche una iniziale dotazione finanziaria di 600mila euro per il biennio 2020-21.
Entro 180 giorni, con un provvedimento, la Giunta regionale dovrà disciplinare la formazione degli elenchi provinciali e la gestione degli incarichi convenzionali.
È un passo davvero importate, che si allinea alla convinzione, sempre più radicata, che la salute del corpo dipenda anche dal benessere psicologico.
Uno studio (Lega & Gigantesco, 2008) condotto su un campione italiano, infatti, ha portato alla luce che tra le persone che hanno cercato aiuto e sostegno per un disturbo di natura psicologica nell’ultimo anno, il 38% si è rivolto al medico di medicina generale, il 28% sia al medico di medicina generale che a un professionista della salute mentale. Questo dato, abbinato ricerche che confermano la possibile origine psicologica di forme somatiche funzionali, ci permette di comprendere quanto sia essenziale il ricorso ad uno psicologo di base. E quanto sia importante farlo nella fase iniziale del rapporto con il paziente. Potrebbe essere, come infatti si è più volte rivelato, del tutto fallimentare il consueto successivo consiglio di rivolgersi ad uno psicologo.
Quello della Regione Campania non è il primo tentativo. All’estero sono state fatte diverse esperienze in tal senso (es. Paesi Bassi e Gran Bretagna). In Italia risultano, invece, più sporadiche e spesso su base volontaria.
La Campania, con questa decisione, si sta muovendo nella giusta direzione. Un’assistenza pensata con la stretta collaborazione dei medici e degli psicologi di base porterebbe numerosi vantaggi, sia ai pazienti che al sistema sanitario.
Prima di tutto, darebbe la possibilità di intervenire nella fase iniziale del disagio, quando ancora non sono comparse le malattie gravi e croniche da un punto di vista somatico.
“L’introduzione di uno Psicologo di Base in una dimensione di collaborazione congiunta a fianco del medico di famiglia – ritiene Luigi Solano, docente presso la Scuola di Psicologia della Salute della Sapienza di Roma – permette di offrire un approccio globale alle richieste dei pazienti, senza la necessità né di un invio né di una specifica domanda psicologica”.
Consentirebbe un accesso allo psicologo a tutti gli strati della popolazione. Offrirebbe al paziente la possibilità di essere valutato sia per la sua condizione biologica che per quella relazionale e intrapsichica. Oltre a favorire lo scambio di informazioni e l’arricchimento di competenze tra medici e psicologi.
“Una assistenza così organizzata – secondo Solano – può quindi permettere di limitare la spesa per farmaci, analisi cliniche e visite specialistiche, nella misura in cui queste derivino da un tentativo di lettura di ogni tipo di disagio all’interno di un modello esclusivamente biologico”.
Rosaria Vincelli
Vedi anche: Il pensiero positivo in psicologia