Almost home: Rosa Parks abita a Napoli
Almost home è un progetto ideato da Ryan Mendoza, un artista americano che vive tra Napoli e Berlino.
L’idea è stata quella di ricostruire la casa di Rosa Parks nel cortile del Palazzo Reale di Napoli.
Il risultato è stupefacente.
Conosciamo tutti Rosa Parks. Il simbolo del movimento per i diritti civili. Nota grazie alla vicenda dell’autobus.
Era il 1955 quando Rosa Parks prendeva un autobus a Montgomery e occupava un posto nell’area mista per bianchi e neri (in questa sezione, però, i neri avrebbero dovuto cedere il posto a un bianco nel caso in cui gli altri sedili fossero stati occupati). Era il 1955 quando su quell’autobus lei si rifiutò di cedere il posto a una donna bianca salita alla fermata successiva e venne arrestata.
Il resto beh, lo sappiamo, è storia.
Ma quello che non sappiamo è che Rosa Parks abitò a Detroit per un periodo, in un quartiere che ora è quasi completamente costituito da edifici fatiscenti e abbandonati, che sono luogo di ritrovo per spacciatori e senzatetto. Il comune di Detroit, quindi, qualche anno fa, progettava l’abbattimento di alcune case in questo quartiere, tra cui quella di Rosa Parks.
È qui che entra in gioco Rhea McCauley, la nipote di Rosa, che visse lì con lei. Rhea, una volta appresa la notizia, decise di acquistare la casa per 500 dollari e intraprendere un progetto con l’artista Ryan Mendoza.
Ryan passò i successivi mesi a smontare pezzo per pezzo l’edificio, per poi trasferirlo via nave a Berlino. L’obiettivo? Una mostra. Per dare peso a questa causa e non lasciare che le azioni di Rosa Parks venissero dimenticate.
Grazie a una collaborazione tra la Regione Campania e Ryan Mendoza, ora è possibile visitare la casa nel cortile del Palazzo Reale di Napoli.
Tegole di legno, di un bianco scolorito, ampie finestre, dai cui vetri si può intravedere una scala che porta al piano di sopra. Una casa vecchia, ma stabile, che conferisce solidità ai principi, alle idee della Parks, ancora profondamente attuali. Mentre la osservo provo un po’ di nostalgia, come se stessi visitando la casa di una signora anziana, ma soprattutto un grande senso del dovere. Mi sento piccola, insignificante, anche di fronte ad una dimora che poi tanto grande non è. Mi sento piccola perché gigantesco è il peso che portano queste tegole, e queste mura, e queste finestre, perché gigantesco è il tempo in cui hanno vissuto e la donna che hanno accolto.
Nella cornice del Palazzo Reale, un edificio così umile non manca di dignità, è questo il motivo per cui trovo questo accostamento assolutamente magnifico. Il contrasto tra la ricchezza dei secoli passati, dei marmi scolpiti, e le camere, i tappeti e i drappi, e la povertà di quelle quattro mura, delle pareti spoglie e del legno consumato. Il contrasto non ci rende indifferenti nei confronti della casa, anzi, la mette in risalto, perché solo un messaggio così denso di valore e orgoglio e storia avrebbe potuto reggere il confronto con il grandissimo Palazzo Reale.
Almost home, però, è un’installazione provvisoria, da questo la parola almost. Rosa Parks non appartiene a Berlino o a Napoli, ma a Detroit. Speriamo solo che troverà il posto che merita. Qui l’ha sicuramente avuto: tra re e regine.
Angela Guardascione
Immagine di Serena Perrella
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