Il primo incubo di Dylan Dog
Dylan Dog è inglese, abita al numero 7 di Craven Road, è un ex agente di Scotland Yard e si innamora facilmente.
Il primo numero, a cui si deve la nascita del noto indagatore dell’incubo, quest’anno ha compiuto 34 anni. Uscita il 26 settembre del 1986 la storia d’esordio, L’alba dei morti viventi, fu scritta da Tiziano Sclavi e disegnata da Angelo Stano.
«Quando all’inferno non c’è più posto i morti cammineranno sulla terra»
Sybil Browning, sfuggita al morso del suo non defunto marito, bussa al campanello urlante del noto indagatore dell’incubo per chiedergli aiuto. Si imbatte nel suo assistente Groucho Marx che, nel corso di questa famelica storia, gli lancerà per la prima volta la pistola. Durante questa vicenda che riprende uno dei temi più cari al mondo dell’horror, il protagonista si imbatterà in Xabaras, un personaggio cruciale che continuerà a tormentarlo. La fine apparente di tutto non è altro che il capolinea di quel sogno, o meglio di quell’incubo da cui ne saranno sviscerati altri, attraverso un gioco infinito di eventi perturbanti.
Perché è importante questo numero?
Zombi – L’alba dei morti viventi (1978), l’esordio di ogni incubo per Dylan, rappresenta una sorta di introduzione di quella che è l’effettiva biografia del noto personaggio, presentando figure importanti della sua storia e un accenno al suo vero passato. Ma non fa solo questo. Mette in luce quell’aspetto dualistico dell’orrore che da un lato spaventa attraverso la raffigurazione del soprannaturale e dall’altro fa riflettere sugli aspetti reali e tenebrosi della nostra esistenza, con quel gioco di metafore e chiaroscuri.
Fanno più paura i mostri o gli esseri umani? Qual è la vera natura umana? Quanto possono essere pericolose le proprie origini?
L’omaggio al film, anzi alla saga sugli zombi, di George A. Romero, è vistosissimo ed evidenziato anche tra le pagine del racconto a partire proprio dalla copertina disegnata da Claudio Villa, che richiama una delle locandine di La notte dei morti viventi (1968) attraverso le famosissime e minacciose mani che sbucano dalla terra in una notte di luna piena. Inizialmente ignorato, in seguito, l’albo riscosse talmente tanto successo che ne furono riprodotte copie fasulle messe sul mercato per riscuotere il valore destinato alla prima stampa.
Insomma, questo primo numero rappresenta benissimo il manifesto di tutta la poetica di Dylan Dog ed è a tutti gli effetti un capolavoro fumettistico pieno di riferimenti e citazioni da cogliere, un gioco di rimandi tra la nostra realtà e l’altra.
Maria Cristiana Grimaldi
Disegno di Simone Passaro
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