Meat sounding: il Parlamento europeo non ostacola le “carni verdi”
Il mercato delle nuove carni è in crescita, ma i produttori della “real meat” dichiarano battaglia. Lo scorso ottobre il Parlamento europeo si è pronunciato in merito alle diciture per la “fake meat”: ha dato il via libera a burger e bistecche vegetali. Intanto, McDonald’s ha annunciato McPlant.
Il tema della sostenibilità e la battaglia contro i cambiamenti climatici, promossa a livello internazionale ed europeo, innegabilmente impattano sulle scelte dei consumatori e il mercato dei prodotti vegetariani e vegani sta registrando un forte incremento.
Il settore dei sostituti della carne a livello globale vale 4,6 miliardi di dollari ed è in aumento: si stima che entro quattro anni arriverà a oltre sei miliardi di dollari (con il 39% del giro d’affari concentrato in Europa).
Altri numeri fanno evidenziare il successo dei prodotti alternativi: 87% l’acqua in meno utilizzata per produrre un hamburger vegetariano; 90% le emissioni di CO2 risparmiate da carne verde; 264% l’incremento dei consumi di carni a base di proteine vegetali dall’inizio della pandemia.
La situazione non risulta altrettanto florida per il mercato della carne tradizionale per il quale si stima nel 2020 una riduzione del 3%.
Non c’è dubbio che questo andamento faccia storcere il naso a tutta la filiera del mercato della “real meat” che si vede defraudata dai produttori di alimenti veggie.
La campagna “Stop the veggie burger ban” è arrivata sino in Parlamento europeo, che lo scorso ottobre si è pronunciato in merito alla richiesta di impedire l’uso di denominazioni come “hamburger veg” o “bistecche vegetali”.
L’industria della carne e gli allevatori portano avanti la testi che tali termini possano generare confusione nei consumatori.
Un’indagine condotta nel 2019 da BEUC (The European Consumer Organization) sull’atteggiamento dei consumatori verso le nuove tipologie di cibo sostenibile, però, ha riscontrato che denominazioni come “burger” o “salsicce” vegetali non destano preoccupazione se i prodotti risultano chiaramente identificabili come vegetariani o vegani. In media, solo 1 persona su 5 (20,4%) pensa che queste denominazioni non dovrebbero essere utilizzate per prodotti vegetali, mentre il 42,4% degli intervistati ritiene che questi nomi dovrebbero essere consentiti a condizione che i prodotti siano chiaramente etichettati come vegetariani/vegani; il 26,2% non vede alcun problema.
Lo scorso ottobre il Parlamento europeo ha respinto quattro emendamenti presentati dall’OCM (l’Organizzazione comune dei mercati agricoli che disciplina il mercato interno all’Unione Europea) che avevano lo scopo di vietare, per i prodotti a base vegetale, l’uso di nomi di prodotti a base di carne, come ad esempio “bistecca”, “hamburger”, “scaloppina” o “salsiccia”. La posizione del Parlamento nei negoziati sarà di un via libera al loro utilizzo, almeno secondo il diritto comunitario. Infatti, di per sé il Parlamento non avrebbe potuto imporre un divieto, ma qualora avesse approvato gli emendamenti avrebbe condizionato i singoli Paesi membri.
In Italia non si arrendono, comunque, le associazioni agricole. Il Presidente di Assocarni intravede ancora una possibilità: «Non si tratta di un via libera all’uso sconsiderato delle denominazioni: resta sempre possibile ottenerne il divieto a livello nazionale, bypassando la perdurante paralisi decisionale, cui l’Europa ci ha abituati».
Contrario alla decisione anche Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura e Vicepresidente del Copa, che afferma «i consumatori hanno il diritto di scegliere i prodotti che desiderano, basando la propria scelta su informazioni affidabili che riflettano correttamente le caratteristiche del prodotto».
Ma intanto il mercato delle carni verdi procede nella sua scalata: ha già coinvolto start up come le americane Beyond Meat e Impossible Foods, e le aziende europee Nestlè e Unilever. Kellogg’s ha inserito nella sua offerta di prodotti proteici di origine vegetale, la linea Incogmeato. In Italia Findus ha da poco lanciato Green Cuisine, una linea di prodotti a base di piselli (burger, polpette e salsicce).
Ma il successo di questi nuovi prodotti non si ferma qui e raggiunge anche le catene di fast food come Burger King e Mc Donald’s.
A un anno di distanza dall’arrivo, anche in Italia di RebelWhopper, il sandwich di Burger King a base di “fake meat”, McDonald’s è pronta a lanciare, nel 2021, McPlant, un panino fatto di “carne vegetale”.
Rosaria Vincelli
Vedi anche Voglia di Hamburger