DaDizioni – Ripetizioni ai tempi della DaD: la riforma goldoniana
L’attività letteraria e teatrale di Goldoni ha come obiettivo principale quello di ripensare i metodi e i canoni della commedia dell’arte che, dal XVI secolo, era il modello usato principalmente dagli autori.
Il meccanismo alla base della commedia dell’arte è molto semplice: l’autore o capocomico scrive un canovaccio, un testo teatrale in cui sono presenti le scene e i personaggi, ma non le battute.
Ciò conferisce importanza e massima libertà di improvvisazione agli attori, relegati ai ruoli delle maschere del carnevale: Arlecchino, Pulcinella, Colombina, Pantalone e così via.
Ben presto però la commedia perde dignità non soltanto per la monotonia dei canovacci, ma anche perché al loro interno vennero inserite scenette volgari dette lazzi che se da un lato portarono a teatro una fetta di pubblico dalla risata facile, dall’altro allontanò gli spettatori borghesi e di cultura raffinata.
Bisogna tenere a mente questo contesto per comprendere la riforma di Goldoni, riassumibile nella distinzione tra ciò che l’autore, all’interno delle Memorie, chiama “i libri del Mondo e del Teatro”. Il primo è quello dell’esperienza concreta da cui vengono presi i personaggi e gli ambienti, mentre il secondo studia come rappresentarli sulla scena.
In parole povere: il teatro deve essere una copia esatta di ciò che accade nella vita reale.
Nello specifico, la riforma goldoniana si riassume in questi concetti:
– scrittura di un copione, con battute precise per ogni personaggio;
– riduzione graduale dell’improvvisazione;
– sostituzione delle maschere con personaggi individuali, ognuno legato alle abilità recitative degli attori;
– rifiuto delle situazioni paradossali tipiche dei canovacci, in favore di una trama legata al mondo reale e quotidiano (enfatizzata anche dall’uso del dialetto veneziano);
– centralità del ruolo dell’autore, che è il solo responsabile delle proprie opere.
Vedi anche: DaDizioni-ripetizioni ai tempi della Dad: Verismo e Naturalismo
