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2021, tanto l’aria s’adda cagnà

Il 2020 sta volgendo al termine.

Un anno complesso, che vogliamo ora più che mai dimenticare per far spazio a qualcosa di nuovo.

Così immaginiamo il 2021, come la possibilità di un rinnovamento.

Ma siamo realisti, che cosa ha rappresentato il 2020?

Incendi catastrofici che hanno interessato mezza Australia, un’epidemia globale che ha danneggiato l’economia e congelato il turismo, una serie di leader mondiali che hanno adottato misure sempre più antidemocratiche, un nuovo modo di fare lavoro, una quantità impensabile di ore passate in casa, un bel po’ di soldi per Netflix.

Un anno fa, immersa nella mia quotidianità frenetica fatta di impegni scolastici, corsi extra, uscite con gli amici, feste in famiglia e tanti piani per la testa, non avrei mai immaginato che nell’arco di 365 giorni la mia vita e quella di tutti gli abitanti del mondo sarebbe cambiata drasticamente.

Quindi sì, il 2020 è stato un anno pieno di sorprese spiacevoli, per non parlare delle perdite: a partire dai morti da COVID-19, fino ad arrivare a personalità amate da tutti, come Kobe Bryant, Ennio Morricone, Luis Sepùlveda, Rossana Rossanda e tantissimi altri.

Ma con quale carico emotivo giungiamo alla fine di questi inimmaginabili 365 giorni?

Cosa conserveremo di quest’anno catastrofico?

Forse la consapevolezza del cambiamento climatico, dei suoi danni, della centralità che ormai occupa nelle vite di tutti e della necessità di agire al più presto.

Forse l’importanza della democrazia, dei diritti fondamentali dei cittadini, del diritto all’aborto, della libertà di stampa e di parola.

Forse il diritto alla salute e a delle cure eque fornite per tutta la popolazione senza alcuna distinzione.

Forse la quotidianità, non più come susseguirsi frenetico di azioni, ma come inestimabile raccolta di momenti semplici, ma irripetibili, a partire dalle risate sui banchi di scuola, fino ad un caffè al bar con qualche amico.

E il diritto alla vita, alla ricerca della felicità, come scritto nella Dichiarazione d’Indipendenza americana, gli unici due fattori che devono veramente condizionare le nostre giornate.

E poi per altri versi il 2020 ha portato anche buone notizie.

Trump lascerà la casa bianca, e questa penso che sia una delle migliori.

La Commissione europea ha approvato il Green Deal.

In Italia è stata approvata la legge contro l’omofobia.

In Cile è stato approvato il referendum per cambiare la costituzione della dittatura.

Insomma, quello che sto cercando di scrivere è che abbiamo imparato più cose in quest’anno che negli ultimi dieci.

Quindi, quando arriverà la mezzanotte del 31 dicembre e saremo tutti ansiosi di pronunciare quel: “3…2…1…” ricordiamoci che il 2020 è una pagina fondamentale che non deve essere cancellata, altrimenti rischiamo di ripercorrere le stesse strade fallimentari e incappare negli stessi errori.

Abbiamo tutti bisogno di questo rinnovamento, ma che sia consapevole.

Il 2021 ormai non è più un insieme di mesi, di giorni, ma un simbolo, un ideale da perseguire. L’uomo nelle avversità ha da sempre avuto bisogno di qualcosa in cui riporre speranza, di aspettative positive per un futuro prossimo.

Ed è esattamente ciò che il 2021 rappresenta per noi, con il ricordo indelebile del 2020.

Quindi buon 2021, perché tanto l’aria s’adda cagnà.

Angela Guardascione

Ripercorriamo insieme i momenti salienti di questo anno, guarda qui: Climate Clock: quel tic toc che non puoi ignorare e No alla censura, sì al supporto sanitario: la Dottoressa Francesca Perri non ha paura di dire la verità

Angela Guardascione

Mi chiamo Angela Guardascione e sono nata a Napoli il 26/07/01. Ho frequentato il Liceo Classico e ora studio scienze politiche. Amo scrivere quasi quanto amo guardare ininterrottamente serie tv per 10 ore, quasi quanto amo Meryl Streep, Un uomo di Oriana Fallaci e comprare 4 libri al giorno per poi lasciarli tutti in sospeso.
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