Gesù nero e un carro trionfale
Nell’entroterra siciliano una delle feste più importanti è quella in cui si rende omaggio a un crocefisso nero tramite un carro trionfale di 22 metri.
Il paese in questione è quello di San Giovanni Gemini (AG), in cui tradizione e fede si intrecciano nel tempo e nei cuori.
I primi documenti relativi alla festa di Gesù Nazareno risalgono al 1677: secondo la tradizione alcuni contadini avrebbero trovato una statua di Gesù crocefisso a San Giovanni Gemini, nella zona in cui oggi sorge l’omonimo pozzo. La statua del Nazareno venne poi trasportata da un carro trainato dai buoi fino alla piazza del paese, per poi essere collocata nella chiesa dove per molti giorni i fedeli andarono a renderle omaggio.
La statua del crocefisso è di autore ignoto e la sua particolarità è quella di essere stata interamente creata a partire da un legno dal colore marrone scuro; la statua si presenta dunque di una colorazione inusuale che la rende unica e speciale.
Si ipotizza che il carro trionfale sia il frutto di un ampliamento progressivo dell’iniziale carro trainato dai buoi, tant’è che ancora oggi il carro viene in parte trainato da due coppie di questi animali. L’idea della costruzione del carro può anche essere scaturita dalla plurisecolare tradizione siciliana che vedeva l’accostamento di un carro trionfale al santo patrono della città; ad oggi rimane uno dei pochi esempi di carro trionfale di natura religiosa in Italia.
La prima comparsa del carro, con la forma odierna, pare risalire al 1851: da allora il carro è stato fatto scendere e risalire lungo i 400 metri di corso Francesco Crispi ogni anno, fermandosi solo negli anni dello scoppio delle due guerre mondial, negli anni ‘70 per degli interventi di restauro lungo il corso e nel 2020 e 2021 a causa della pandemia da Covid-19.
Il periodo di Gesù Nazareno inizia con l’uscita della legna da usare per la costruzione del carro – A nisciuta di legnami – 40 giorni prima della festa vera e propria, ovvero intorno alla seconda settimana di giugno. I giorni più intensi sono quelli di sabato e domenica in cui il carro scende e poi risale il corso sostenuto e trainato dalle mani dei fedeli, che trascinano il carro con una corda di 80 metri.
Il carro presenta una forma a chiglia di nave, con una torre centrale; nei due lati del carro sono posizionate le bande di Cammarata e San Giovanni Gemini, che accompagnano con la musica la discesa e la risalita. Il culmine della festa lo si ha la domenica sera, quando, una volta fatto risalire il carro da corso Crispi, viene intonata più e più volte la bersagliera, accompagnata dall’esultanza e dalla gioia dei fedeli.
Una comunità di San Giovannesi e Cammaratesi emigrata in America, da diversi anni, fa la sua versione in miniatura della festa, con un piccolo carro ed una processione.
Che uno sia credente o meno questa è una di quelle tradizioni di cui dobbiamo andare fieri perché simbolo di un’unità popolare, un’unità umana, che fa, anche solo per qualche giorno, risvegliare un senso di fratellanza nel cuore dei partecipanti, che siano del luogo o no.
La maggior parte dei momenti di aggregazione sociale di questo genere appartengono, ormai, al passato, spesso dimenticati, ed è quindi nostro compito cercare di salvaguardare e portare avanti queste tradizioni folkloristiche dove si riesce a sentire ancora una volta quel calore umano, quel sapore di comunità che sempre più spesso sembra appartenere a un passato ormai troppo lontano.
E GRIDAMMU TUTTI
EVVIVA GESÙ NAZZARE’!
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Sito ufficiale della festa: W Gesù Nazareno !
Davide Cacciato
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