Buona Giornata Mondiale degli insegnanti!
Oggi sono ventisei anni dal 5 ottobre 1994, giorno in cui fu istituita la Giornata Mondiale degli insegnanti.
Da quel 5 ottobre fino a oggi, ogni anno l’evento è stato festeggiato mettendo in risalto uno degli aspetti dell’attività di insegnante, i bisogni, i punti di forza e le difficoltà.
La Giornata nasce per ricordare la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante, con annessi diritti e responsabilità dei docenti su scala mondiale. Il Direttore Generale dell’UNESCO Irina Bokova ha comunicato che il tema di quest’anno è: “Teaching in freedom, Empowering Teachers” (“Insegnare in libertà, responsabilizzare gli insegnanti”).
Le parole della Bokova vanno analizzate su scala mondiale. Si riferisce infatti a tutti quei docenti che non sono tutelati nell’insegnamento della propria disciplina perché ostacolati da forme di governo rigido che promulgano una politica di uniformità del pensiero.
Ancora, la Bokova ricorda che con l’adozione dell’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite “Istruzione e qualità” agli insegnanti viene riconosciuto un ruolo principale, poiché forniscono un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, migliorando così la vita delle persone e aiutando a raggiungere lo sviluppo sostenibile.
Stando a quanto ci hanno comunicato i telegiornali negli ultimi tempi pare che l’Italia abbia carenza di questa categoria tanto discussa. Le frasi più ripetute ci hanno raccontato di riapertura delle scuole con mancanza di organico. Pare infatti che in Italia insegnanti non ce ne siano più.
Insegnanti invece ce ne sono, sono tanti, sono giovani, hanno passione e non vedono l’ora di poter entrare in classe.
Osteggiati da un sistema in perenne ritardo, quest’anno era stato assicurato che l’inizio delle scuole non avrebbe visto cattedre scoperte.
Il docente precario sta così, ogni giorno, svegliandosi e controllando ripetutamente la mail, aspettando una convocazione, in attesa che il telefono squilli. Aggiornando di continuo la pagina dell’ufficio scolastico provinciale, accedendo ai siti delle scuole per controllare le graduatorie d’istituto che, ovviamente, sono ferme al 2017.
Il docente precario è un giovane o meno giovane laureato che ha passione, voglia di comunicare, voglia di passare il proprio messaggio ai giovani studenti di oggi.
Il docente precario è colui che ha concluso l’iscrizione al concorso ordinario tre mesi fa e ancora aspetta che sia fissata una data, concorrendo per mille posti in tutta Italia, nonostante i media continuino a insistere sull’impellente esigenza di assumere un gran numero di nuovi docenti.
C’è qualcosa di rotto in questo sistema, qualcosa che non funziona da tempo. Docenti stanchi che ormai sono prosciugati dai tanti anni di lavoro e che non riescono ad uscire fuori dal mondo della scuola; docenti giovani che hanno tanto da offrire che non riescono a salire sulla giostra.
In questo giorno in cui la figura del docente è commemorata l’augurio è allora quello di resistere e insistere, con la speranza che qualcosa possa cambiare. Perché un’altra realtà potrebbe esistere, si potrebbe davvero vivere di ciò che fa brillare gli occhi al solo parlarne.
Si potrebbe vivere il contatto con un pubblico più giovane, cui raccontare la propria disciplina con amore, coinvolgendo e creando una scuola non basata sul voto e sul risultato finale, ma basata su quell’apprendimento che non risulta ostico, perché i concetti diffusi con passione hanno il fascino di catturare le platee senza annoiare.
E l’augurio è rivolto anche a tutti gli studenti, con la speranza che possano incontrare lungo il proprio percorso un docente che sappia mostrare quanta bellezza c’è nel mondo.
Francesca Caianiello
Disegno di Sonia Giampaolo
Vedi anche: Vai male a scuola? Non sei stupido, lo dice la scienza