Anche la pelle ha i suoi nemici: quando arrossisci ma non è per amore
Chi non si è mai ritrovato a lottare contro un obeso foruncolo germogliato proprio sulla guancia, in bella vista?
Per distruggere il piccolo ma sostanzioso intruso, ci si arma, molto spesso, dei rimedi più assurdi e grezzi.
Dal dentifricio essiccante, anche se non sono convinta funzioni davvero, fino a decisioni più drastiche e sconsigliabili, passando dunque all’azione con dita e fazzoletti.
Ma tutto questo non fa che peggiorare l’aspetto del nostro amichetto panciuto. E si sa che dopo averlo schiacciato per bene quello che rimane di lui è una bella chiazza rossastra: un monito della sua esistenza. E inutili i chili di fondotinta!
Non fanno altro che risaltare la sua bella panciotta che dopo pochi minuti prende a riformarsi.
Ma cosa succede nel caso in cui la preoccupazione di mostrarsi in pubblico non è dovuta dal piccolo e grasso brufoletto, ma da inestetismi ancor più gravi?
In questo caso, oltre alla vergogna e la consequenziale voglia di nascondersi, entra in gioco la paura.
Le malattie della pelle sono numerose e molto comuni.
Tra le più conosciute ci sono l’acne, dermatiti e psoriasi.
Tutte sono accomunate non solo per il loro effetto antiestetico, ma anche dai fastidi che ne seguono quali prurito, infiammazione e desquamazione cutanea.
Nei periodi acuti possono essere invalidanti per l’individuo che ne è affetto impedendogli addirittura lo svolgimento di semplici attività.
Diversi fattori, come quello ambientale (inquinamento) e l’utilizzo di prodotti contenenti agenti aggressivi per il pH naturale della pelle tendono a peggiorare lo stato della cute.
Altro fattore, particolarmente incisivo che detiene un ruolo importante nella genesi e nel mantenimento dei disturbi dermatologici è lo stress cronico.
La psicodermatologia, infatti, nasce come disciplina che ha come obiettivo di studio la relazione mente-pelle. Addirittura la pelle è da considerarsi come un’estensione della mente, capace di mutare il proprio aspetto a seconda degli stati d’animo.
Una pelle non sana, dunque, potrebbe essere sinonimo di forti stress e stati d’animo irruenti.
Un caso esemplare è la psoriasi.
Internet straborda di consigli, che spazia dalla corretta alimentazione fino ai detergenti delicati per l’igiene personale.
Tutti però omettono la pratica della meditazione, altro ottimo alleato contro le malattie della pelle.
Questione questa che viene ampiamente affrontata nel saggio The Headspace guide to Meditation & Mindfulness di Andy Puddicombe.
Ma cosa succede a livello psicologico nell’individuo affetto da malattie dermatologiche che deve mostrarsi in pubblico?
Sicuramente la vergogna è il primo sentimento a generarsi. Chi vorrebbe mostrarsi in pubblico con il viso deturpato da accessi di eczema? Sicuramente nessuno.
Malattie simili non sono solo fisiche.
Infatti sono da tempo riconosciute per i loro effetti potenzialmente dannosi per la salute mentale. Questi creano un innesco di stati d’animo negativi che peggiorano ulteriormente la malattia portando l’individuo affetto in un circolo senza fine. Tali patologie sottopongono il soggetto a stress e preoccupazioni continue, distruggendo la propria routine e peggiorandone la qualità della vita.
Ne consegue l’isolamento, dovuto dalla paura di non riuscire più a svolgere le più banali delle attività, la perdita di sonno e il peggiorare dell’umore.
Anche la paura di un riscontro con il pubblico conduce la persona colpita ad isolarsi, convinta che la propria malattia possa diventare oggetto di derisione e pregiudizi.
A nascere è un vero e proprio disagio psicologico che può sfociare in stati ancor più gravi come ansia e depressione.
Per questo motivo, oltre alla consulenza con un dermatologo, spesso è consigliabile, nei casi estremi, di rivolgersi anche ad uno psicoterapeuta.
Anche se non presentano, in molti casi, un rischio per la vita, purtroppo la maggior parte delle malattie dermatologiche (psoriasi e dermatite in particolare), sono incurabili. Ci si deve convivere adottando le più consone delle precauzioni.
Nonostante questo, rimane però l’impatto sulla sfera psicologica che è fortemente rilevante e addirittura paragonabile a quello prodotto da altre malattie croniche.
Non è di certo semplice conviverci ma con piccoli accorgimenti è possibile educarle e tenerle a bada soprattutto nei periodi meno acuti.
E perché non vedere del bello anche in quelle che possono essere delle fastidiose e antiestetiche macchie rosse?
Il bello è proprio nell’imperfezione!
ATTENZIONE: quanto riportato non deriva da uno studio scientifico ma da una personale esperienza.
Disegno e didascalia di Enza Galiano
Vedi anche: Se l’eternità ti fa paura allora sei ape-rofobico