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Vanvitelli e la Reggia di Caserta: 5 curiosità che non conoscevi
Quando si pensa a Luigi Vanvitelli, la nostra mente associa irrimediabilmente l’immagine della magnifica Reggia di Caserta.
I motivi sono legati non soltanto alle doti artistiche dell’architetto, ma anche al legame che instaurò con Carlo di Borbone e di cui si rilevano tracce ancora oggi.
Se dovesse capitarvi di fare una passeggiata lì in zona, potreste accodarvi alle scolaresche che continuando a visitare la residenza reale, o magari potete far colpo con una di queste curiosità!
- La Reggia di Caserta fu inserita in un piano urbanistico ben preciso e non fu eretta solo per l’esigenza di avere un altro esempio di architettura neoclassica da esibire, piuttosto la prima pietra fu apposta per spostare la corte e le funzioni amministrative in un ambiente ben più salubre rispetto a Napoli; di cui tuttavia il sovrano gradiva la vicinanza al mare.
- La proposta di Vanvitelli di avere ben quattro cortili diversi, motivata soprattutto dall’ottima veduta che se ne poteva avere, fu rifiutata dal sovrano che preferiva l’uniformità.
La simmetria era un elemento imprescindibile per il sovrano, affinché si avesse la sensazione di sfiorare una seconda Roma con lo sguardo, distanziandosi così dalle sollecitazioni alle nuove istanze artistiche a cui Vanvitelli era ben più sensibile. - Il cantiere della Reggia fu seguito con enorme interesse dai sovrani stessi, ma una curiosità dal punto di vista sociologico ci è fornita soprattutto dagli scritti di John Moore – medico – il quale ci elenca la presenza di un gran numero di schiavi africani, ma anche di schiavi cristiani che per rispetto della religione stessa erano vestiti in modo più accurato, ed infine anche donne.
Inoltre erano destinati a lavori da carico animali come cammelli ed elefanti, che sembravano avere un atteggiamento docile.
Sempre Moore ci fa sapere che ad alcuni guardiani erano attribuiti nomignoli tutt’altro che edificanti da parte degli schiavi stessi, come “sbrirro” o “aguzzino”, ad esempio nel caso della guardia Amed da Tripoli. - Idea comune, ma comunque innegabilmente fondata, è l’ispirazione alla Reggia di Versailles.
Tuttavia il palazzo francese non è l’unica linea guida, sono infatti elementi di forte influenza i palazzi in cui Carlo di Borbone trascorse la propria giovinezza in Spagna come la Granja de San Ildefonso o il palazzo reale di Vienna.
Testimonianza della continuità del gusto spagnolo sono soprattutto le fontane come la Peschiera, che dovevano contenere un enorme bacino d’acqua per consentire delle simulazioni di battaglia navale chiamate naumachie, ma anche esercizi per la marina militare. - La Reggia di Caserta offre un grande esempio di versatilità, al punto da essere impiegata per riprese cinematografiche, ad esempio per simulare i palazzi della Basilica di San Pietro, poiché dopo gli scandali provocati da Il Codice Da Vinci le autorità ecclesiastiche hanno negato le riprese nei loro edifici.
Soprattutto la Reggia può vantare di aver offerto la propria sala del vestibolo per le riprese di Star Wars, dimostrando un’attualità ben lontana dai soli libri di storia.
Alessandra De Paola
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