YUNGBLUD e non c’è bisogno di aggiungere altro
Classe ’97.
Dominic Richard Harrison è nato a Doncaster, nel South Yorkshire, ma YUNGBLUD, pur essendo fierissimo delle sue radici, può definirsi l’esatto opposto della calma cittadina inglese.
«People used to put things in boxes (…) I belong in seven boxes».
Parliamo di rock‘n’roll, hit pop e punk insomma, come direbbe, e ha detto, Dominic Richard «It’s a creative fusion so I think go to an Asian fusion restaurant and you can eat like Indian food and Chinese food at the same time and no one’s disappointed».
Ha studiato teatro alla Arts Educational Schools di Londra dove ha imparato, oltre che a cantare, anche a ballare, disegnare e recitare; infatti non molti sanno che ha interpretato il personaggio di Oz nella serie Disney Lodge.
Inizia la sua carriera musicale nel 2017 con il brano Rey Charles e da lì ha inizio la storia di un artista capace, con la sua musica, di far emozionare anche le pietre.
Ora che vi ho brevemente introdotto di chi sto per parlarvi è giusto fare un breve appunto: d’adesso in poi sarà Dom, solo Dom, perché YUNGBLUD è un amico, una spalla su cui piangere, un appiglio when my (or your) shoulders weigh more than I (or you) can take.
La vita di Dom, come si evince dai testi dei suoi meravigliosi brani, non è sempre stata facile e a dimostrarlo sono proprio due piccoli tatuaggi, due cuori neri sulle dita: uno spezzato e l’altro intero. Dom racconta appunto come il cuore spezzato rappresenti il momento prima che capisse che fosse okay essere se stesso e, il cuore intero, invece, il presente legame con sé e con i fan, una comunità che ha creato e continua a far crescere, un posto in cui sentirsi se stessi, amare ed essere amati in tutte le forme possibili.
Da artista che si rispetti, anche Dom ha varie storie che girano sul suo conto e io sono qui proprio a raccontarvele e, soprattutto a cercare di farvi entrare nel cuore questo ragazzo che con la sua musica, ammetto, ha aiutato anche me.
È del segno del leone e anche se a molti sembrerà poco importante non dimenticate che «the tyical leo try to make people laugh and do stupid stuff» e credetemi se vi dico che nessuno incarna il segno del leone meglio di Dominic.
La prima canzone che ha imparato a suonare è Smoke on the Water dei Deep Purple, e gli artisti che lo hanno più segnato nel corso dell’adolescenza sono senza dubbio i Beatles i quali hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua vita: suo nonno, infatti, era solito fargli ascoltare a ripetizione la canzone Revolver perché sosteneva «that’s real music!».
Non vanno però dimenticati gli Arctic Monkeys, The Cure, NWA, Lady Gaga, David Bowie e last but not least gli Oasis. Non a caso il primo disco che Dom ha acquistato per se stesso è stato proprio What’s the story morning glory degli Oasis, suo album preferito in cui è contenuta Don’t look back in anger, canzone che lo stesso Dom afferma sempre di aver voluto scrivere.
Come si è potuto finora evincere il “piccolo” Dominic ha un cuore tenero e quale miglior esempio per dimostrarlo se non dirvi che il primo concerto a cui ha assistito nella sua vita è stato quello di Bryan Adams con la sua mamma?
I suoi genitori lo hanno sempre supportato, tant’è che proprio sua madre già all’età di nove anni lo lasciava libero di dipingersi le unghie e vestirsi con abiti gothic. Tutto questo però non l’ha fermato, all’età di sedici anni, a lasciare Doncaster per trasferirsi a Londra, purtroppo però i soldi erano pochi e fu la fidanzata dell’epoca a rimetterlo in piedi.
Dominic inoltre soffre di ADHD, attention deficit hyperactivity disorder, ma, nonostante lo abbiano più volte denigrato ed etichettato come “un bambino fastidioso” è proprio la sua iperattività che lo ha reso così produttivo nell’ambito lavorativo.
Oggi Dom è espressione di libertà, creatività e soprattutto del gender fluidity,come lo dimostrano i suoi video musicali in cui non si crea problemi ad indossare gonne e crop-top e a tingersi labbra, occhi e viso con colori accattivanti che, a parer mio, gli stanno da dio (guardare il video di Cotton Candy per crederci).
Altro aneddoto sulla vita di questo ragazzo meraviglioso risale a quando è stato letteralmente star struck da David Grohl, ex batterista dei Nirvana e fondatore della band Foo Fighters. Dom ha infatti raccontato di come fosse rimasto senza parole davanti ad un’artista del calibro di David, nonostante lui si fosse dimostrato molto amichevole e rilassato.
Sapete di chi è la colonna sonora del film Fast and Furious Presents: Hobbs & Shaw del 2019? Esattamente, proprio di Dom e s’intitola Time in a Bottle.
Ma arriviamo all’episodio che tutti vogliamo conoscere: perché proprio YUNGBLUD? La storia è molto semplice: Dominic era l’artista più giovane che il suo manager seguiva al tempo e pensava appunto che “Dominic Harrison” fosse un nome troppo gentile per la musica che scriveva e che aveva intenzione di scrivere; poco dopo il suo manager iniziò a chiamarlo “yung blood” letteralmente “sangue giovane” e da lì Dom disse «Okay, sick but double the U double the flavor» e YUNGBLUD fu.
Ora che sapete chi è il vero YUNGBLUD, il vero Dominic Harrison, consiglio, a chi non l’ha già fatto, di ascoltare la sua musica ricca di emozioni, di temi forti e di apertura verso ciò che, nel mondo di oggi, viene considerato diverso.
Vi lascio con una piccola strofa di una delle sue canzoni che più mi è entrata dritta nel cuore: (da God save me but don’t throw me down)
«Not gonna waste my life ‘cause I’ve been fucked up, ‘cause it doesn’t matter. So waste my time and god save all of us and the walls, they’ll shatter. And I won’t let my insecurities define who I am. Not gonna waste my life ‘cause I’ve been fucked up ‘cause it doesn’t matter!»
Vedi anche: Medusa: tra eros e thanatos