The Bleeding Edge: incubi distopici in campo medico
The Bleeding Edge non è un semplice documentario Netflix.
Ci offre una visione ad ampio spettro degli scandali dell’industria tecnologica medica, focalizzando principalmente l’attenzione su tre dispositivi contraccettivi permanenti e sulle protesi in cromo-cobalto prodotti da una delle principali multinazionali farmaceutiche a livello mondiale con sede a Leverkusen, in Germania, la Bayer.
La corsa all’innovazione nel settore sanitario porta inevitabilmente a conseguenze devastanti, questo il messaggio lanciato il 28 novembre 2018 dal regista Kirby Dick con il documentario Netflix The Bleeding Edge.
Ancora una volta ci imbattiamo in storie di vite mutilate dall’industria medica a causa dell’approvazione esemplificativa, nota come “notification premarket” (letteralmente notifica preliminare alla commercializzazione) che avviene sulla base di prodotti precedentemente approvati da parte dell’FDA (Food and Drug Administration) di dispositivi tecnologici che avrebbero dovuto configurarsi come valide alternative all’isterectomia, l’invasiva tecnica chirurgica che prevede l’asportazione dell’utero come metodo contraccettivo permanente, ma che si sono invece tramutate in un cruccio perenne per milioni di donne.
Essure Problems conta oggi 42766 membri – il gruppo di sostegno ideato dall’attivista per i diritti civili Erin Brockovich – si prepone l’obiettivo di sensibilizzare e supportare le donne vittime di sofferenza a causa degli effetti collaterali indotti da Essure, una procedura mini-invasiva di sterilizzazione – o che almeno sarebbe dovuta essere tale – sviluppata dalla Conceptus Inc., una filiale della Bayer. Il dispositivo fu approvato negli Stati Uniti d’America nel novembre 2002. In Italia oltretutto il risarcimento relativo alla procedura è pari al 100% e il rimborso viene effettuato dal Servizio Sanitario Nazionale.
Ma in che modo Essure avrebbe dovuto accelerare e rendere più agevole le procedure di sterilizzazione?
L’isterectomia è indubbiamente un’operazione chirurgica non di lieve entità e la legatura delle tube di Falloppio viene eseguita sul paziente sotto l’effetto di anestetici; Essure invece avrebbe permesso di eseguire tale procedura in regime di day-hospital e facendo a meno dell’anestesia, risultando pertanto meno invasiva. Tuttavia, il dispositivo sembrerebbe aver causato molteplici decessi, perforazione delle tube, dolore intrattabile e, addirittura, ha indotto molte donne a dover ricorrere conseguentemente all’isterectomia a causa di sanguinamenti di portata rilevante dovuti alla necessità di rimuovere frammenti del dispositivo migrati verso altri organi in seguito alla rottura di quest’ultimo, conducendo spesso anche a gravidanze indesiderate o ectopiche.
Risvolti simili si sono rilevati nell’utilizzo di Vaginal Mesh,la rete transvaginale utilizzata per prevenire il prolasso vaginale, associata a manifestazioni quali dolore, infezione e perforazione degli organi interni. Pur apportando notevoli vantaggi, può talvolta indurre lesioni alla vescica e necessitare la ripetizione dell’intervento chirurgico a causa dell’incontinenza da stress o dell’esposizione stessa alla rete.
Altro dispositivo trattato all’interno del documentario è il sistema di chirurgia robotica da Vinci, sviluppato dalla Intuitive Surgical. Può essere utilizzato in qualsivoglia operazione chirurgica addominale o toracica e consente – mediante la manipolazione di quattro bracci robotici da parte del chirurgo attraverso una telecamera stereoscopica – di effettuare operazioni, anche di rilevante portata, in modalità da remoto. Tuttavia, nonostante l’esaltazione dei notevoli vantaggi apportati dal dispositivo, pare si siano verificati diversi decessi in seguito agli interventi in cui quest’ultimo ha trovato largo impiego.
In ultimo, citiamo le protesi in cromo-cobalto, ampiamente utilizzate anche in Italia, da non considerarsi però innocue. Difatti, solo nel tempo si è riscontrata l’usura delle superfici articolari a carico dei pazienti in cui erano state adoperate, a causa dell’accumulo di ioni metallici (in cromo e cobalto) e di detriti a livello tissutale, che ha causato spesso reazioni infiammatorie localizzate. Tra gli effetti collaterali cogliamo rush cutanei, alterazioni uditive o sensitive a carico dunque del sistema nervoso, alterazioni psicologiche, cardiomiopatie, alterazioni a livello renale e tiroideo.
The Bleeding Edge ci pone dunque dinanzi ad una realtà distopica, apportando notevoli testimonianze delle vittime dell’industria medica e dando modo allo spettatore di divenire consapevole del notevole impatto di tali dispositivi, mettendo a nudo le scappatoie legali e tangenti talvolta poco noti.
Spesso si tende a pensare che il potere sia detenuto dalle industrie farmaceutiche, ma è evidente che il settore dei dispositivi medici sia notevolmente influente.
Tali procedure permanenti hanno avuto risvolti irreversibili sui pazienti, stroncando per sempre la vita di milioni di persone.
Denise Bossis
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