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La Banshee irlandese: la donna dal pianto infinito

L’Irlanda è una delle isole più affascinanti dal punto di vista leggendario e folkloristico.

La cultura irlandese, infatti, è pregna di storie magiche e soprannaturali che si verificano grazie all’intervento di bizzarre creature.

Molte di esse sono sopravvissute fino ai giorni nostri e continuano ad incantare chiunque le ascolti. Non tutte le creature, secondo le varie leggende irlandesi, sono benevole. Molte di esse fanno spavento solo a nominarle, come ad esempio il pooka, un mutaforma molto spesso raffigurato come un cane, e il dullahan, un oscuro cavaliere senza testa, la cui leggenda vuole che il suo continuo trottare si interrompa solo per annunciare la morte imminente di qualcuno.

Opposto a tanto orrore troviamo docili creature: fate, elfi e folletti, come il celebre Leprechaun, che popolano i fitti boschi e le verdeggianti colline irlandesi.

Altra creatura leggendaria è la Banshee, classificato spesso come essere malvagio e pericoloso…ma non è affatto così!

Nelle antiche leggende la Banshee è descritta come spirito femminile che si aggira intorno a paludi e fiumi. Può apparire in modi differenti: in un corpo di vecchia megera o sotto forma di donna bellissima dalla fulva o pallida chioma e con gli occhi sempre arrossati dal pianto.

E proprio per questo suo mutabile e conturbato aspetto è stata spesso erroneamente associata a presagi funesti e di morte. In realtà il compito della Banshee, secondo la leggenda, è quello di proteggere i membri delle famiglie nobili irlandesi di antico lignaggio o di coloro che governano il luogo.

I suoi occhi perennemente arrossati sono dovuti dalle lacrime che versa alla morte di ciascun membro della famiglia sotto la sua protezione.

Le urla che rilascia e che echeggiano per le valli irlandesi sono quindi di tristezza. È talmente legata alla propria famiglia che, la notte prima della morte di uno dei suoi componenti, la Banshee ne percepisce il fatale destino e per questo inizia a piangere, emettendo per tre o più volte il suo lugubre lamento. Le sue urla possono essere udite solo dai membri della famiglia del malaugurato.

Inoltre non si mostra mai agli esseri umani, fatta eccezione per coloro che sono prossimi alla morte. Sarà stata questa la ragione per cui le Banshee venivano considerate malvagie: si era convinti che fossero le loro grida a causare morte.

Stando a quanto descritto dalla leggenda, la storia sulla possibile crudeltà delle Banshee è quindi smentita.

Una delle più celebri Banshee si chiamava Aibhil ed era legata alla nobile famiglia O’Brien. Una leggenda narra che al re Brian Boru, durante la notte, prima della battaglia di Clontarf, gli apparve in sogno Aibhil intenta a lavare i panni dei soldati in un fiume tinto di sangue. Ma nonostante la premonizione, il re, il giorno seguente, si gettò in battaglia andando incontro alla sua fine.

Ancora prima della nascita del mito delle Banshee vi erano delle donne, in carne ed ossa, che si occupavano di piangere i defunti di una famiglia che non fosse la propria. Erano chiamate keeners e la loro figura è molto simile a quella della prefica, donna che nell’antica Roma aveva il compito di intonare canti al defunto con tanto di grida di dolore e lacerazioni delle vesti.

La fama popolare delle keeners si è prolungata e modificata nel tempo fino a sfociare in leggenda e a divenire quelle che oggi sono riconosciute come Banshee.

Enza Galiano

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Enza Galiano

Sono Enza Galiano, disegno cose e faccio guai. La mia formazione è stata arricchita dall’Accademia di Belle Arti di Napoli dove ho coltivato la mia passione per l’arte visiva e ho scoperto l’illustrazione. Mi piace raccontare storie ed esprimere idee attraverso forme e colori. Le illustrazioni sono la mia voce silenziosa.

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