Maria Bolignano: The Queen della comicità
Maria Bolignano, chiamata da tutti la bolegna, è conosciuta per i suoi tantissimi ruoli durante la sua lunga carriera sia televisiva che teatrale.
Percorreremo insieme il suo percorso.
Attrice, comica, ad oggi anche scrittrice, autrice del suo libro Profumo comico di donna, una raccolta di racconti umoristici che abbraccia diversi mondi, non solo quello femminile.
Cara Maria, voglio portarti con me a fare un giro con la macchina del tempo ripercorrendo i tuoi ricordi, quando tutto ebbe inizio. Andiamo…
Quando hai mosso i primi passi nella tua carriera da comica? Ti va di raccontarci com’è nata questa passione? Quando hai scoperto di possedere il dono di far sorridere le persone? E se hai sempre voluto fare questo lavoro?
«Devo confessarti che gli altri l’hanno intuito prima di me. Io fino ai 28 anni avevo un lavoro “normale” per cui avevo studiato ma poi… a Napoli si direbbe “sono uscita pazza”.
Ho sempre amato il teatro ed il cinema ma da spettatrice, non immaginavo di stare dall’altra parte. Figurati, io volevo fare l’hostess o la direttrice d’albergo e invece una mia amica dell’Università mi iscrisse ai provini di Telegaribaldi con Biagio Izzo e Gianni Simioli e nacque il personaggio di Karina l’Ucraina con il suo tormentone: “Signore non c’è, torna domani…”, che mi portò molta fortuna».
In questo tuo percorso, hai qualche episodio curioso o divertente da raccontarci? E, come per gli episodi divertenti, qualche altro invece in cui hai incontrato difficoltà?
«Ma guarda, un episodio che racconto spesso è quello in cui per la prima volta mi esibii live davanti ad un pubblico in un locale di cabaret famoso all’epoca, il Tunnel, di via Santa Chiara a Napoli. Io prima di allora avevo fatto solo teatro e si sa che a teatro esiste la quarta parete (il pubblico c’è ma non interagisce).
Nei locali di cabaret invece il pubblico è parte ATTIVA dello spettacolo. Insomma, ti dico solo che dalla fifa, non volevo più esibirmi ed un mio collega fu costretto a darmi un calcio per farmi entrare. Un calcio vero, delicato ma vero.
La difficoltà, invece, che purtroppo ancora incontro oggi è trovarmi in un settore che da ancora troppo poco spazio alle donne. Non è il solo, certo!».
In pratica sei: attrice, comica, sceneggiatrice e oggi anche scrittrice. Profumo comico di donna, una raccolta di racconti umoristici, che personalmente ho letto, amato, apprezzato e che mi ha lasciata un sorriso per tutto il tempo. Mentre siamo qui che parliamo del tuo libro, non faccio altro che pensare ai tuoi racconti e sorridere ancora, lo consiglio vivamente a chi ci sta leggendo.
Torniamo alla domanda, Qual è il tuo racconto preferito?
«Difficile trovare il preferito perché i racconti sono come i figli: anche se c’è il preferito, nessuno deve capirlo. Ma visto che mi sei simpatica ti dirò che il mio preferito è… forse l’unico racconto non umoristico che ho inserito nella raccolta. Lo definirei “toccante”, per questo mi piace di più ed è Profumo di donna, titolo che ho ripreso per il libro stesso e che ovviamente fa riferimento, con un gioco di parole che capirete leggendolo, al famoso film con Vittorio Gassman».
Quali sono i tuoi prossimi progetti e cosa sogni per il futuro?
«Progetti tantissimi ma ancora in stand-by causa Covid. Purtroppo, la situazione legata al comparto artistico è poco rosea e sarà sicuramente così ancora per un po’. Per il mio futuro sogno di poter lavorare in progetti miei, con la collaborazione di artisti-amici a me più vicini per affinità elettiva. Insomma, lavorare con delle anime gemelle».
Ultimissima domanda, è quella a piacere. Ovvero, cosa vuoi dire ai tuoi lettori? Della serie: “labolegna chiede alla labolegna e lalabolegna risponde”.
«Se la Bolegna tornasse indietro farebbe le stessissime scelte? Compreso l’aver lasciato un lavoro sicuro per uno molto ma molto instabile? La risposta è: instabilità chiama instabilità quindi sì! E comunque vorrei tranquillizzare chi legge. Sono instabile nei limiti – ndr: ride».
Grazie di essere stata con noi, è stato veramente un piacere per me conoscerti e poterti intervistare. Una donna più unica che rara.
Serena Tizzano
Vedi anche: Il corredo: retaggio del passato o una tradizione che persiste?