I 5 talenti sprecati della Serie A
Il campionato italiano è stata la casa di tantissimi atleti che hanno scritto la storia del calcio.
Molti talenti in erba, però, non sono riusciti a fare il salto di qualità che tutti si aspettavano.
Vediamo chi sono e quali sono state le cause!
Il mondo del calcio è da sempre alla ricerca di nuovi talenti da mettere in mostra e far sbocciare, squadre come la Juventus, Roma e Lazio hanno acquisito un potere enorme, specie a livello finanziario, tant’è che sono addirittura arrivate ad essere quotate in borsa! Potete dunque ben immaginare che ogni investimento fatto dalle squadre, su singoli giocatori, non può essere fatto in maniera sconsiderata, è come se un’azienda assumesse un operaio, che dovrebbe occupare un ruolo di prestigio, senza le competenze necessarie.
A volte, però, anche giocatori che sembravano ormai in ascesa, giunti in Serie A, hanno trovato il declino della loro carriera calcistica. Le motivazioni sono multiple: da scelte di vita poco ponderate, a sfortunati incidenti di percorso. Sul campo italiano abbiamo visto crescere e affermarsi non poche stelle, molti giovani promettenti però, malauguratamente, col passare del tempo, non hanno fatto breccia nell’ambiente calcistico, anzi, con gli anni sono caduti nel dimenticatoio da parte dei supporters: scopriamo insieme qualche nome!
- Francesco Coco
Il primo talento di cui voglio parlarvi è un calciatore italiano, Francesco Coco, nato a Paternò, in Sicilia, nel 1977. Con oltre 150 presenze nella massima lega italiana, vincendo di 2 scudetti con il Milan, e vestendo da titolare la maglia della Nazionale al Mondiale del 2002, Coco ha tutti gli occhi su di sé, fomentati dall’etichetta che gli è stata attribuita di erede del grande Cesare Maldini, storico capitano rossonero. L’atleta è stato addirittura il primo italiano ad avere la fortuna di essere ingaggiato dagli spagnoli del Barcellona. Insomma, con questa presentazione è impossibile pensare che Coco abbia vanificato una carriera che si presentava tutta in ascesa! Eppure, a tormentare la vita di Francesco, ci sono diversi vizi. Primo tra tutti l’amore per la vita mondana: non sono affatto segrete le sue relazioni con tante attrici e showgirl, tra cui anche Manuela Arcuri, vizio che lo ha visto imputato anche nello scandalo Vallettopoli, a seguito di alcune foto scattate da Fabrizio Corona. Il punto di forza di un atleta è sicuramente la vita sana che deve imporsi di condurre… ecco, per Coco non era del tutto così: egli fu infatti respinto dal club inglese del Manchester City, il quale lo aveva chiamato per un provino, a seguito del suo arrivo al campo, dove si presentò fumando una sigaretta…come dire, un’occasione sFUMATA.
A seguito di sfortunati infortuni, si è visto costretto ad appendere le scarpette al chiodo, ritirandosi dal mondo del calcio e diventando responsabile delle Pubbliche Relazioni al Billionaire di Flavio Briatore, avendo poi varie partecipazioni televisive.
- Dante Bertoneri
Sin da giovanissimo, il centrocampista si distinse tra le file del Torino nella stagione 1980-81, già dal suo esordio, avvenuto precocemente a soli 17 anni! Il peso della maglia numero 7 e la numero 10, precedentemente appartenenti a storiche bandiere dei granata, furono un peso incredibile da sostenere per il giovane talento massese, anche se è quasi impossibile non riporre grandi aspettative in un nuovo Dante toscano! Sfortunatamente la società del Torino in quegli anni visse una cruenta crisi economica interna, tant’è che si decise di puntare su giocatori già affermati, invece di far germogliare nuovi talenti. Bertoneri viene così ceduto all’Avellino, dove mette a segno 2 gol; alla sua richiesta di far ritorno nella rosa granata, Luciano Moggi, all’epoca direttore, fa pagare caro un vecchio disguido avuto con il calciatore, rifiutando la sua offerta e lasciandolo allo sbaraglio. Militerà in altre squadre minori, mettendo a segno appena 5 reti in 6 anni, fino a concludere la sua carriera a soli 26 anni, in preda a una crisi depressiva, disgustato dall’ambiente calcistico e con tanto amaro in bocca.
- Gaetano Musella
Siamo nella stagione del 1980-81, quando un giovane campano riesce a trovare il suo spazio in un Napoli primo in classifica. Il suo ruolo era di intermediario tra la difesa e l’attacco, complice di tantissime reti partenopee, grazie alle sue sciabolate morbide, come direbbe Caressa, che innescavano le azioni da gol del Napoli. Nella stagione dell’80-81, il genietto di Fuorigrotta,così chiamato dalla stampa e dai tifosi, fu protagonista attivo di tutte le partite degli azzurri, con un ruolo da titolare fisso. Malauguratamente, con il declino del Napoli, che sprecò un’occasione scudetto, e piazzandosi poi al quarto posto l’anno successivo, iniziò anche il declino personale di Musella, ceduto al Catanzaro l’anno seguente per poi militare in società che non diedero mai il giusto valore a questo atleta. La sua sfortuna non si è limitata all’ambito calcistico, di fatti a 50 anni di età morì improvvisamente di infarto.
- Mario Balotelli
SuperMario è sicuramente uno degli sprechi del calcio moderno più eclatanti. Il suo carattere irriverente e il suo amore per la vita mondana sono certamente il motivo del suo fallimento, anche se l’immenso talento del calciatore italiano di origini ghanesi è innegabile. Si è contraddistinto per una quantità di cartellini rossi impressionante dato il suo ruolo di punta centrale d’attacco. Esordisce con la maglia dell’Inter nel 2007, ceduto poi al City, tornato in Italia nella rosa del Milan, su Balotelli c’è sempre stato un perenne odi et amo, per le sue giocate e i suoi gol di immensa classe, contrastanti con una vita sregolata e comportamenti irrispettosi nei confronti di allenatori e compagni che gli hanno fatto vanificare tante esperienze calcistiche. Ricordiamo gli Europei del 2012 quando riuscì, con un’incredibile prestazione, ad annientare la Germania con una straordinaria doppietta. Dopo un periodo in cui era svincolato e nessun club voleva dare fiducia a Mario, oggi Balotelli milita tra le fila del Monza in Serie B.
- Alexandre Pato
Questo è forse il giocatore più talentuoso e sfortunato della classifica sopracitata, unico straniero della classifica, nonché uno dei miei calciatori preferiti. Inizia il suo percorso in piccole squadre di Pato Branco, suo paese natio, e la sfortuna sarà sin da subito sua compagna di viaggio. A soli 11 anni, in pochi mesi si romperà il braccio per ben due volte nello stesso punto. Si scoprirà che Pato è affetto da un grave tumore osseo, che però non condizionerà la sua volontà di diventare un campione. L’esordio in Serie A avviene al Milan nel 2008, quando il Papero era ancora minorenne, contro il Napoli, dove si farà subito notare mettendo a segno un gol. Con l’arrivo dello scudetto nel 2010 per il Milan, Pato sembra volare altissimo, anche dopo il gol in Champions League al Barcellona dopo soli 18 secondi; ma è proprio ora che i suoi problemi iniziano. Prima di allora, per il brasiliano erano arrivati 4 infortuni che gli causarono appena qualche mese di stop, ma nei successivi 3 anni, Pato si è visto protagonista di ben 15 infortuni, tra problemi muscolari, affaticamenti e slogature varie, per un totale di 64 partite saltate e 264 giorni di stop complessivi. L’esperienza partita col botto, sarà così frutto di tanti problemi per il Papero, che chiederà autonomamente il trasferimento nel 2013. Farà molteplici esperienze tra tanti club, ma del vecchio Pato, non si vede nemmeno più l’ombra.
Il talento è un qualcosa di raro, tutti gli atleti citati avevano davanti a loro una carriera che sembrava già spianata, ma per cause nefaste o negligenze personali, hanno visto il loro sogno trasformarsi in un incubo fallimentare. Sarebbe da folli mandare all’aria una carriera per comportamenti errati, in fondo ci pensa già la sfortuna a dare la sua mano fatale!
Giovanni Perna
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