Tunisia: una primavera mai del tutto sbocciata
A dieci anni dalla rivoluzione dei Gelsomini, che portò alla destituzione del raiss Zine El-Abidine Ben Ali, le strade delle città della Tunisia tornano a riempirsi di manifestanti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata (come in altre zone del mondo) la pandemia da Covid, che ha inferto un duro colpo alla precaria situazione economica e sociale.
Secondo i dati forniti, sono state 632 le persone fermate dalla polizia, che ha con forza tentato di placare le proteste.
Le misure restrittive imposte dal governo per arginare la seconda ondata del virus hanno scatenato il malcontento covato negli animi dei tunisini, in particolare dai più giovani. Infatti l’età media dei partecipanti alle rivolte, in prevalenza notturne, è tra i 15 e i 25 anni.
Le motivazioni per questo nuovo scoppio di rabbia, urlate a gran voce per le strade dai manifestanti, sono la crisi economica con il conseguente alto tasso di disoccupazione, in prevalenza giovanile appunto, e la rabbia per un governo che non attua politiche utili per un cambiamento della situazione economica e che non è stato in grado di gestire al meglio l’epidemia.
La Tunisia era uno dei pochi paesi usciti dalla rivolte della primavera araba di 10 anni fa ad aver raggiunto una democrazia.
Ma in 10 anni sono stati ben 12 i governi cambiati e quello attuale è ancora una volta debole, non a caso poche settimane fa è avvenuto un rimpasto di governo che ha portato al cambio di ben 11 ministri.
L’economia, che si basava, anche in modo massiccio, sul turismo ovviamente con l’epidemia ha subito un crollo.
I tunisini quindi sono costretti a tracciare un bilancio negativo dell’esperienza democratica, poiché i governi non sono stati in grado di dare risposte concrete alle richieste di un miglioramento sociale.
L’unica differenza che si nota rispetto alla dittatura degli anni passati è la libertà di parola, che però passa, purtroppo, in secondo piano quando la pancia è vuota e vi è la disperazione per un futuro che si percepisce faticoso e difficile da costruire. Non è un caso infatti che in questo preciso momento storico stiano riprendendo forza nel paese quei partiti con ideologie molto vicine all’autoritarismo.
Difficile prevedere in che direzione andrà la Tunisia, ma si auspica che la democrazia continui, se pur imperfetta, e che i sacrifici fatti 10 anni fa per ottenere la libertà non siano stati vani.
Beatrice Gargiulo
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