Xaviera López: l’arte eterna in eterni loop
Xaviera López è un’eccezionale artista e disegnatrice cilena, fenomeno prima di Vine, poi di Instagram.
Con il suo stile unico e inconfondibile ha animato, tra le altre cose, spot pubblicitari per marchi come Coca Cola, Starbucks, Nike.
Ho avuto il piacere di chiacchierare con Xaviera López di arte, di musica, della sua affascinante visione del mondo e della vita.
Ciao, Xaviera! Come stai? Sono felice di conoscerti e condividere le tue incredibili opere d’arte con i nostri lettori. Prima di iniziare, però, ci diresti qualcosa di te? Per esempio, ti ricordi la prima volta che ti sei avvicinata all’arte?
«Sto bene, grazie a te per l’invito! In realtà è stata l’arte ad avvicinarsi a me: ero molto piccola, quindi per me è stata come una vocazione.
Mio padre è un medico ma anche (io credo) un artista mancato. I suoi disegni e diari sono ipnotici. Per lui, come per me, l’arte dà una sensazione di necessità, di “questo o niente”, come un’ossessione.
Disegnare mi aiuta a pensare, a materializzare e comunicare cose che, altrimenti, sarebbero troppo difficili da articolare.
Mi piace anche scrivere (solo per me stessa). Amo le cose ben scritte; eppure il linguaggio può essere limitante.
Un’immagine invece è ambigua, disponibile, grande, antica. Può contenere realtà paradossali e complicate. Non è univoca.»
I tuoi lavori lo dimostrano: sembrano storie sospirate attorno al fuoco, hanno una patina antica… e allo stesso tempo sono intimi e personali, molto moderni e immediati. Quindi ti chiedo: cos’è della tua vita che ispira tutto questo? Cos’è che ti fa sentire questa dualità? E cosa (o chi) influisce sulla tua arte?
«Questo è il complimento più bello che mi sia mai stato fatto. Grazie! Ogni mio lavoro è un gran miscuglio di esperienze personali e di aspetti del mondo che associo a quelle date esperienze.
Io credo che, prestando attenzione a ciò che ci circonda, si possa entrare in contatto con realtà profonde che sono universali e senza tempo. Quindi provo in tutti i modi ad essere presente, consapevole – che è difficile, perché vorrei sempre essere da un’altra parte haha.
Quindi è un dialogo costante. In questo periodo sento molto il bisogno di andare oltre buono-cattivo, brutto-bello ecc. e di fare spazio alla complessità, a vari livelli e tipi di verità; di essere un essere umano, abitando un corpo standoci a pieno; di capire questa bizzarra situazione storica. Tutto mentre interagisco con altre persone. È tanto da gestire, sono sempre ispirata!»
Credo che i tuoi lavori siano così affascinanti proprio per questo: connettono e combinano dicotomie paradossali. Perlopiù in modo dolce, sereno, ma talvolta spunta qualcosa di più tetro: un’ombra spaventosa, ma anche un gusto per il macabro. È qualcosa che intendevi comunicare? Credi che amore, bellezza e morte siano connesse anche nella tua prospettiva, nella tua mente, oltre che nella tua arte?
«Penso che sia nella vita, sia nell’arte, tutte le cose più belle e interessanti siano composite, plurime, fatte di tante altre cose insieme.
Per esempio, prendi qualcosa che è contemporaneamente disgustoso e delicato: è una questione di equilibrio, di proporzione tra elementi diversi. È come una ricetta gustosa, che risulta da sapori contrastanti. Non è scontato.
Quando sperimenti qualcosa che non comprendi immediatamente senti il bisogno di fermarti. Diciamo che osservi una scena piacevole, ma poi senti che c’è qualcosa di strano che non cogli a pieno: d’un tratto sei incuriosito, poi sei attratto, infine sei incuriosito sul perché ne fossi attratto.
È affascinante. Mi fa piacere che le mie opere suscitino questa reazione.
Personalmente amo questi temi e sì, sono connessi con la mia e con tutta la storia dell’arte.
Le cose sono belle perché sono transitorie, se vivessimo per sempre sarebbe un incubo. Tutto cambia, tutto muore. L’unica cosa che conta è quanto riesci ad amare la fugace esperienza della tua vita, qualunque vita ti capiti – con le sue luci ed ombre, e non solo i momenti divertenti (ma anche quelli!)»
Chi, come me, ti segue ormai da anni nota facilmente che musica delicata (Björk, múm), sussurri e fruscii fanno da colonna sonora dei tuoi video e loop. Perfino le tue canzoni sono così! Come mai? Credi che ti rappresentino? Sono legate sinesteticamente alle tue opere?
«Björk è un genio! La sua musica e il modo in cui usa la sua immagine mi condizionano fin da quando ero una bambina.
Prima usavo le mie canzoni preferite come basi per i loop (4 anni fa haha). Ho iniziato su Vine, con qualunque strumento avessi a disposizione. È stato un processo graduale di riscoperta di cosa volessi fare della mia arte, e sempre più persone si interessavano al mio lavoro.
Poi un giorno c’è stato un problema di copyright con uno dei miei video, che venne rimosso. Una vera seccatura… però la questione mi ricordò che all’università amavo produrre musica, quindi decisi di iniziare a fare da sola le basi per i miei loop – che è stato, di nuovo, un processo graduale di riscoperta.
Provo sempre a creare qualcosa che sia a metà tra musica e arte visiva, cerco sempre suoni che mi ricordino qualcosa. Per esempio un gatto che fa le fusa, l’acqua nella mia bocca, spazzolarmi i capelli, ecc. Sono ancora ad un livello amatoriale, non suono nessuno strumento e non ho idea di cosa stia facendo haha! Faccio solo del mio meglio per ottenere quello che voglio.»
Cambiando rapidamente argomento per le ultime domande, ho letto alcune delle tue interviste e ho notato che spesso definiscono la tua arte “sensuale” e “erotica”. Credi siano caratteristiche fondamentali della tua vita e di conseguenza della tua arte?
«Ci sono diversi modi in cui potrei rispondere a questa domanda… vediamo. A volte credo sia un po’ un lascito della prospettiva maschile.
Più in generale, credo che l’erotismo sia una vera forza naturale. Tutto quello che facciamo e sperimentiamo ne è pervaso, perché è parte di noi. Eppure fingiamo che non lo sia. Lo nascondiamo, lo rinneghiamo. Quando le persone provano a controllare e bloccare queste energie, esse ricompaiono in modi grotteschi.
Comunque non penso mai: devo disegnare qualcosa di erotico. Ne uscirebbe di sicuro un disegno noioso e non erotico lol.»
Ultima, grande domanda. Qual è il tuo principale obiettivo (artistico o no) nella vita? Alla fine, cosa vorresti poter dire di te stessa e della tua vita?
«Mio Dio, che domanda! Devo dire che fai ottime domande!
Voglio essere utile essendo esattamente chi sono.
Avere una vita ricca, complessa, multidimensionale.
Voglio sperimentare e godere di tutto quanto più possibile.»