Cosa è accaduto veramente la notte del Titanic?
Tutti noi conosciamo perfettamente la storia del Titanic, la nave che naufragò proprio durante il suo primo viaggio a causa di un iceberg.
Il 15 aprile 1912 avvenne il disastro, ma cosa accadde veramente quella notte?
Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Il transatlantico britannico RMS Titanic era la nave la crociera più grande e lussuosa del mondo con i suoi 268,83 metri di lunghezza.
Il progetto iniziò nel 1907 da parte di William Pirrie, Thomas Andrews e Alexander Carlisle e lavorarono 15000 uomini per la sua realizzazione. Si trattava di una nave enorme con qualsiasi tipo di lusso.
Salone, sala di scrittura e lettura e sala da pranzo: questi erano solo alcuni vantaggi offerti dal Titanic, o come venne anche definita “nave dei sogni”.
Aveva una capienza di 3547 passeggeri con 34 suite e tre classi.
Ovviamente la prima era la più lussuosa e costosa. La seconda classe era pari ad una prima di qualsiasi altra nave, mentre la terza si trovava negli scompartimenti inferiori ma dotata di larghi spazi.
Lo scafo era composto da 16 compartimenti stagni e, anche se si fossero allagati quattro di questi, la nave avrebbe continuato a galleggiare.
Durante la progettazione iniziale erano state previste scialuppe per 4000 persone, quindi più dei passeggeri contenuti, ma ne vennero montate solo 16, equivalente di 1178 passeggeri, poiché i regolamenti del Board of Trade ne richiedevano meno per non affollare il ponte principale.
E questo fu un fattore determinante durante il disastro.
L’equipaggio era composto da 892 membri compreso il comandante Edward Smith, che aveva una larga esperienza nel suo settore.
Il transatlantico partì il 2 aprile del 1912 da Belfast e salpò il 10 aprile da Sounthampton in direzione New York, facendo alcune tappe precedenti.
Il giorno dopo furono inviati diversi messaggi di pericolo iceberg, ma non arrivarono mai alla cabina radio della nave.
Il 15 aprile alle ore 21:00 le temperature erano molto basse e il capitano Smith diede l’ordine di mantenere la rotta e decelerare solo in caso di nebbia, prima di ritirarsi in cabina. Circa due ore dopo le vedette avvistarono l’iceberg ad occhio nudo vicino alla nave e diedero l’allarme.
Nonostante la dinamica ancora oggi non sia ancora chiara, si ipotizza che fu fatta una manovra veloce per allontanare la prua della nave dall’iceberg, scontrando con esso la poppa.
L’impatto fu inevitabile.
Si allagarono 5 compartimenti, più di quelli previsti, e la situazione apparve immediatamente tragica.
L’acqua raggiunse la sala macchine e la zona turbine in maniera graduale così da riuscire ad avere elettricità in tutta la nave per far uscire i passeggeri.
Poiché l’equipaggio non era ben addestrato, le prime scialuppe furono mandate in mare piene per metà e la maggior parte delle persone salvate facevano parte della prima e seconda classe poiché quelle di terza ebbero difficoltà a raggiungere il ponte.
Il messaggio di SOS mandato fu captato dalla nave più vicina, il Carpathia, che arrivò sul luogo quasi quattro ore dopo.
Alle 2:10 la poppa si sollevò provocando la rottura della nave nel mezzo e rimase a galla ancora per qualche minuto, mentre la prua s’inabissò molto più velocemente.
I superstiti furono 706 e vennero tratti in salvo dalla nave arrivata in soccorso, successivamente le scialuppe tornarono indietro per cercare qualche passeggero ancora in vita, ma le temperature glaciali dell’acqua non diedero scampo a nessuno.
Nel 1985, Robert Ballard scoprì il relitto del Titanic e così si poté ricostruire l’accaduto in maniera quasi dettagliata. Molti oggetti furono portati a terra ed esposti nei musei, ma la nave ancora oggi si trova in fondo all’Oceano Atlantico.
Insomma, la tragedia del Titanic rimane uno dei naufragi più clamorosi della storia, soprattutto perché si riponevano grandi speranze in questo enorme transatlantico.
In ogni caso, il disastro è servito a cambiare le leggi di sicurezza navale per evitare che succedessero altre disgrazie simili, ma resta il ricordo delle vittime che persero la vita in quello che doveva essere un viaggio indimenticabile.
Martina Maiorano
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