I libri per bambini che ogni adulto dovrebbe leggere
Chi di noi non ha amato le fiabe che ci raccontavano da bambini prima di andare a dormire?
Quel lento scivolare dalla veglia al sonno e dal sonno alla fantasia, cullati da maghi, draghi, principesse ed effetti speciali.
È stato allora che ho capito che i libri sarebbero sempre stati il grande amore della mia vita, l’unico modo per soddisfare quella necessità di entrare nella pelle di altre persone, vivere altre vite, avere altre possibilità.
Sono passati trent’anni e leggere mi appassiona ancora come quando ne avevo cinque e facevo fatica a distinguere le emme dalle enne o dalle u e pensavo che la scrittura di mia madre fosse una specie di elettrocardiogramma (già l’avevo capito che scrivere è una cosa che ha a che fare col cuore). E così leggo, leggo qualunque cosa mi capiti a tiro e vagamente incroci la mia curiosità.
Così ho scoperto le mie letture più belle e così ho scoperto il fantastico mondo dei libri d’autore per bambini.
Sono storie tenerissime, abbecedari pieni di poesia e creatività, spesso accompagnati da disegni meravigliosi ed illustrazioni precisissime. Ne ho scelti tre, in particolare, di cui mi piacerebbe parlarvi.
#1 – The Books of Memory Gaps, Cecilia Ruiz (in copertina)
Un piccolo viaggio attraverso tutti i limiti e le imperfezioni di quello specchio pieno di crepe che è la nostra memoria.
L’illustratrice messicana Cecilia Ruiz disegna e anima un compendio di 14 piccole, poetiche e dolcissime tavole, in cui ogni personaggio vive una particolare situazione causata da un improvviso cortocircuito della memoria. Questi protagonisti, per quanto immaginari, riescono a catturare con vivida tenerezza quello che significa convivere con un disordine mnemonico: dalla prosopagnosia (quella forma di cecità facciale di cui soffriva Oliver Sacks) all’alzhaimer, alla sindrome del savant. Così conosciamo ad esempio Pyotr, che ha una memoria così perfetta da ricordare nota per nota le canzoni cantate dagli uccellini quand’era bambino; o Simon, il pastore, che confonde i suoi ricordi con quelli dei suoi congregati e si strugge per peccati non suoi; o, infine, Veronika, la mia preferita: con una pessima memoria per i visi ma ricordi vividi degli odori, Veronika passa il tempo a creare profumi per le persone a lei care, così da sapere quando le sono vicino.
#2 – Take away the A – An Alphabeast of a book, Michaël Escoffier (illustrato da Kris di Giacomo)
Una persona così innamorata delle parole come me non poteva che adorare follemente questo piccolo capolavoro di un abbecedario che gioca sul modo in cui la nostra mente crea significato.
Così, vignetta dopo vignetta, ogni lettera dell’alfabeto viene sottratta ad una parola per creare scene umoristiche e confuse: un maialino ed un gallo sono distrutti all’angolo della strada e fanno l’autostop, perché senza la M la loro fattoria (Farm) è troppo lontana (Far); un lupo ed un’oca giocano a carte ma si guardano un po’ sorpresi, perché senza la D i loro dadi (Dice) diventano ghiaccio (Ice) e, senza la G, un guanto (Glove) finisce per innamorarsi (Love) di un polpo!
#3 – Pablo Neruda, poet of the people, Monica Brown (illustrato da Julie Paschkis)
La storia di Neruda comincia senza Neruda; comincia con un bambino di nome Ricardo Eliecer Neftalí Reyes Basoalto, che prenderà poi il nome Pablo Neruda a sedici anni per sfuggire alla disapprovazione paterna per la poesia.
Questo piccolo capolavoro di un libriccino ripercorre l’infanzia e l’adolescenza del poeta patrimonio nazionale cileno, ma non solo: attraverso le meravigliose tavole di Julie Pashkis, è anche una delicata, coloratissima ode alla parola. All’interno delle scene, ricamate come in un tessuto, si leggono infatti parole inglesi e spagnole, parole care a Neruda come “fathom”, “sight”, “azul”. Una meditazione esuberante e avvolgente che racconta, tramite l’esperienza di uno, l’amore di tutti.
Marzia Figliolia
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