Filologia for Dummies – Manoscritti e codici
Allora, siete pronti per un nuovo viaggio nel mondo contorto e bizzarro della filologia?
Entriamo nel vivo del nostro discorso analizzando i materiali-base su cui i filologi lavorano: i manoscritti e i codici.
Il manoscritto indica generalmente il supporto cartaceo usato dai copisti per scrivere. È composto da materiali diversi come la pergamena, il papiro e la carta (introdotta in Italia dalla Cina nel XII secolo) e, a seconda del committente, poteva essere abbellito con delle miniature (piccoli disegni e decorazioni che lo impreziosivano, aumentandone il valore).
Il codice – che nulla ha a che vedere con il pin del cellulare o della carta di credito – è invece l’insieme di fogli rilegati (detti fascicoli) che, uniti, formano un libro. Per rendere un po’ più caotica la situazione (per noi filologi, aspiranti e di fatto, complicarci la vita è un dovere civico e morale!), i codici si possono classificare in diverse tipologie. Eccone alcune:
– Autografo, quando è stato scritto direttamente dall’autore (spesso si trova anche la sua firma).
– Unico, quando un dato testo è trasmesso da quel solo codice.
– Archetipo, quando si indica un codice andato perduto da cui deriva quello originale e tutti gli altri codici (detti anche testimoni) in nostro possesso.
– Idiografo, se è stato scritto sotto osservanza dell’autore.
– Miscellaneo, quando contiene altre opere dello stesso autore o di altri autori.
I manoscritti e i codici sono conservati in luoghi diversi: abbazie, monasteri, biblioteche e archivi, nonché in cataloghi curati da istituti e università.
Non perderti: Filologia for Dummies – Lectio facilior e Lectio difficilior.