Il parco nazionale Virunga e il coraggio dei suoi eroici ranger
Primo parco nazionale africano, fondato nel 1925, il Parco Nazionale dei Vulcani Virunga è una grande area naturale protetta situata in Africa centrale, nella Repubblica democratica del Congo.
Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1979, il parco è una risorsa fondamentale per la sua popolazione e per l’intero pianeta. Con un’estensione di circa 7800 chilometri quadri, il Virunga ospita un’importante popolazione di elefanti, scimpanzé, okapi, ippopotami, leoni, leopardi, bufali, alcune specie di uccelli africani. Ma, soprattutto, il parco è famoso in tutto il mondo per essere il rifugio degli ultimi gorilla di montagna rimasti.
A proteggere il parco vi sono i ranger, persone che dedicano letteralmente la propria vita alla salvaguardia di un territorio composto di flora e fauna dal valore inestimabile. Almeno tre fattori complicano e mettono in serio pericolo il lavoro dei ranger: il bracconaggio, alcune multinazionali e gruppi di ribelli armati.
Il Virunga è una preda succulenta per gli uomini che vogliono arricchirsi tramite la rarità animale e vegetale del parco. Gli elefanti vengono uccisi per sottrarre loro le zanne d’avorio, e l’avorio è piuttosto redditizio. Il bracconaggio è un flagello anche per i gorilla di montagna. L’obiettivo dei bracconieri è: uccidere i genitori dei piccoli gorilla, per poi vendere i cuccioli all’estero o nella stessa Africa. In più, la legna delle foreste dei vulcani è trasformata illegalmente in carbone (anche questo fonte di floridi guadagni).
Il suo omicidio non ha trovato un effettivo assassino, ma molto probabilmente anche la nota zoologa statunitense Dian Fossey, uccisa nel parco nel 1985, è da considerarsi vittima dei bracconieri. Fossey è stata la prima ad illuminare i gorilla di montagna dell’attenzione mondiale, dando la vita per la loro salvaguardia scontrandosi con i bracconieri. A Fossey sono state dedicate numerose opere, tra cui il bel film con Sigourney Weaver, Gorilla nella nebbia, del 1988.
Spesso, i bracconieri hanno rapporti con i gruppi armati. Questi ultimi minano pesantemente la vita degli abitanti nei pressi del parco, distruggendo anche l’habitat naturale degli animali.
Il Congo ha una storia molto dolorosa alle spalle. Essendo un paese ricchissimo di risorse minerarie, è stato sfruttato per molti anni dalle nazioni europee colonizzatrici. Dal 1885 al 1960, il Congo si chiamava Congo Belga, ed era nella pratica una colonia belga fin dai tempi di Leopoldo II. Nel 1960 Patrice Lumumba è stato il primo politico che abbia tentato di condurre il Congo all’indipendenza. Gli interessi minerari stranieri non sono d’accordo con questo suo tentativo.
Con l’appoggio dei governi occidentali, Lumumba viene condannato a morte nel 1961. Frattanto, le risorse minerarie del Congo continuano ad essere utilizzate. Nel 1994 il genocidio in Ruanda provoca la guerra civile nel Congo. In questa situazione drammatica, i gruppi di ribelli si arricchiscono grazie al commercio di minerali rari. Dal 1996 al 2003 il Congo vive due guerre, culminate in un breve trattato di pace nel 2003 e nelle prime elezioni democratiche del 2006. Bande armate continuano a rendere la situazione, comunque, instabile. Quando nel 2010 viene scoperto il petrolio sotto il lago Edoardo (il quale fa parte del territorio del Virunga), la popolazione (che vive di pesca) e l’area protetta sono di nuovo in pericolo. Nel 2012 si riaccendono i conflitti, fortemente alimentati da una società petrolifera con sede a Londra: la Soco international.
Il bellissimo documentario Virunga, prodotto da Leonardo DiCaprio, documenta tutto il sistema di tangenti, di coercizioni e di corruzione attuato tra la Soco e alcuni esponenti di spicco della popolazione locale.
Il documentario offre tantissimi stralci di vita quotidiana delle personalità coraggiose che si sono ribellate apertamente all’ennesima intromissione nel parco ed è presente sul catalogo Netflix.
Quando nel 2007 furono uccisi nove gorilla, i ranger e alcuni civili trattarono i gorilla deceduti da veri membri della comunità. Questa è solo una delle testimonianze del profondo affetto che lega i ranger ai gorilla.
L’orfanotrofio per i piccoli di gorilla del centro Senkwekwe a Rumangabo (nella sezione sud di Virunga) accoglie quattro cuccioli. Il loro custode è Andre Bauma, una delle pedine fondamentali nella guerra che ha afflitto il parco negli anni 2012-2014. Altre persone coinvolte nella protezione del parco sono: Emmanuele de Mérode, il direttore del parco Virunga; Rodrigue Katembo, biologo e capo del settore centrale di Virunga dal 2006; Melanie Gouby, giornalista francese.
Ad oggi, la popolazione dei gorilla di montagna è in crescita: tutto questo è stato possibile solo grazie ai ranger, a Dian Fossey, ad alcuni giornalisti e ad una parte della popolazione locale (che non è scesa a patti né con la Soco, né con i connazionali corrotti). Negli ultimi 20 anni sono morti quasi 200 ranger. I gruppi armati e il bracconaggio sono ancora minacciosi ed attivi, ma il sacrificio non è vano ed è volto ad un fine assolutamente nobile.
Grazie a persone come i ranger, realmente è possibile rendere il mondo un posto migliore e più onesto.
Aurora Scarnera
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