Chiude l’Apple Daily, l’ultima voce indipendente di Hong Kong
Apple Daily chiude dopo ventisei anni.
Un velo di tristezza scende su Hong Kong che vede la sua ultima voce indipendente soffocata dal regime Cinese.
Fondato nel 1995 era diventato l’ultimo baluardo in difesa della democrazia, per le sue posizioni apertamente filo democratiche e contro l’oppressione del regime. Mercoledì 23 giugno però anche Apple Daily ha ceduto e il consiglio di amministrazione ha deciso di chiudere il giornale ed evitare ulteriori arresti di giornalisti.
La strategia di Pechino, che vuole avere il controllo totale su Hong Long, è stata quella di congelare i conti bancari del giornale, ciò ha portato all’inevitabile incapacità della Next Digital, la società che gestiva l’Apple Daily, di pagare gli stipendi di tutti i suoi collaboratori.
Nelle settimane precedenti alla decisione, il giornale era stato oggetto di numerosi raid intimidatori da parte della polizia.
Il 17 giugno 500 agenti hanno invaso la sede del giornale e messo agli arresti cinque persone, tra giornalisti e dirigenti, tra cui il direttore Ryan Law e l’amministratore delegato Cheung Kim-hung.
Nei giorni successivi altri due giornalisti sono stati arrestati.
Li Ping, pseudonimo di Tseung Kwan O, editorialista di punta, nei suoi numerosi articoli aveva chiaramente espresso la volontà della redazione di continuare a combattere per la libertà di espressione e per questo arrestato il 23 giugno.
L’ultimo ad essere fermato in aeroporto, è stato Wai-kong il 29 giugno, mentre tentava, senza successo, di fuggire a Londra.
Il fondatore Jimmy Lai era stato arrestato l’anno scorso ed è tuttora in stato di fermo, aveva sostenuto le manifestazioni per la democrazia del 2019 e la sua linea di ferma opposizione non era cambiata neppure dopo l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale.
L’accusa fittizia che il governo cinese utilizza in tutti questi casi è sempre la stessa, ossia di aver attentato alla sicurezza dello stato complottando con potenze straniere e sovversione.
La legge sulla sicurezza nazionale entrata in vigore un anno fa è stata pensata e approvata appositamente dal regime per aumentare il suo controllo su Hong Kong. Con la scusa di prevenire atti di terrorismo per la sicurezza nazionale, la volontà recondita è quella di eliminare ogni forma di opposizione, reprimere sistematicamente la stampa e i principali leader di opposizione con la detenzione.
Si è quindi conclusa la vita dell’Apple Daily il 24 giugno scorso con la chiusura del sito web e la sua ultima edizione cartacea.
Un milione di copie sono state stampate per quest’ultima uscita e fin dal mattino
lunghe code si sono formate fuori dalle edicole di Hong Kong ottenendo il tutto esaurito.
La popolazione ha chiaramente manifestato con questo gesto la sua solidarietà ai giornalisti colpiti e verso la democrazia di cui il giornale ne era fiero rappresentante.
La voce di questi giornalisti e dei tanti altri che ogni giorno subiscono una sorte simile è stata soffocata solo apparentemente, le loro idee e il loro coraggio restano, hanno lasciato un segno profondo in ognuno dei loro lettori, sono stati d’esempio e la prova è in quel milione di persone che per ore ha scelto di fare una fila fuori da un’edicola per testimoniare la volontà di continuare a scegliere la libertà.
Speriamo che un giorno l’Apple Daily e gli altri giornali che negli ultimi anni sono stati vittime di repressione possano riaprire ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai colleghi colpiti dall’oscurità della censura.
Beatrice Gargiulo
Vedi anche: Hong Kong e le dimissioni della democrazia