Emmeline Pankhurst e la rivoluzione del ruolo sociale della donna
Emmeline Pankhurst fu una delle più note attiviste per i diritti delle donne del secolo scorso.
Il Time l’ha definita “ una delle persone più importanti del XX secolo”.
Nata il 15 luglio del 1858 a Moss Side, un sobborgo di Manchester da genitori attivi politicamente nella lotta contro la schiavitù e i diritti delle donne.
A 14 anni fu portata dalla madre ad una riunione sui diritti di voto delle donne, evento che contribuì notevolmente alla sua presa di consapevolezza della causa.
Dopo il matrimonio con Richard Pankhurst, un avvocato sostenitore anch’egli dei diritti delle donne, cominció la sua lunga militanza in numerose associazioni.
Nel 1880 circa fu coinvolta nelle attività della Women’s Suffrage Society.
In seguito aderì alla Parliament Street Society ma presto se ne distaccò ed insieme al marito fondò la Women’s Franchise League che sosteneva, oltre al suffragio femminile, anche pari diritti circa divorzio ed eredità. Ben presto a causa di dissidi interni l’organizzazione si sciolse.
Una svolta nella sua vita si ebbe dall’incontro con Keir Hardie, un socialista eletto in parlamento che creò l’Independent Labour Party ( ILP) a cui lei aderì.
Grazie alle attività che svolse con l’ILP ebbe la possibilità di entrare in contatto con i poveri e osservare le dure condizioni di vita delle Workhouse di Manchester.
A seguito della morte del marito e la rottura con l’ILP, che si rifiutava di porre tra le proprietà il suffragio, decise di passare ad azioni più rappresentative.
Il 10 ottobre del 1903 fondò insieme ad alcune colleghe la Women’s Social and Political Union, organizzazione aperta alle sole donne e basata sull’azione inizialmente non violenta.
Il loro motto era: “Azioni dimostrative, non parole.”
Furono organizzate manifestazioni, discorsi pubblici, petizioni e venne creata una rivista chiamata “ Votes for Women”.
In una seconda fase, dopo continui atti di ostruzionismo da parte del governo, l’organizzazione decise di protestare arrivando allo scontro fisico e la devastazione di edifici pubblici.
La Pankhurst insieme alle figlie, militanti anch’esse nel WSPU, fu arrestata più volte ed utilizzó come tattica in carcere lo sciopero della fame.
Durante il processo in tribunale affermó emblematicamente:” Siamo qui, non perché siamo trasgressori, siamo qui per diventare legislatori”.
Con l’avvento della prima guerra mondiale ci fu un’interruzione delle attività del WSPU, fu stabilita una tregua con il governo e le donne furono incoraggiate a lavorare nelle industrie per sostenere lo sforzo bellico.
In questo periodo la Pankhurst viaggió molto in America e Russia per propagandare la lotta femminista.
Al ritorno in Inghilterra nel 1918 il suo sogno fu realizzato.
La “Representation of the People Act 1918” concesse il voto a tutti gli uomini di età superiore ai 21 anni e a tutte le donne di età superiore ai 30 anni.
Dopo la guerra la WSPU fu trasformata come “Partito delle donne” sostenendo sempre pari diritti per le donne all’interno del matrimonio, nell’istruzione e nel lavoro.
Negli anni seguenti continuó attivamente nella politica, e frequenti furono i suoi viaggi in Canada. Tornata in Inghilterra divenne membro del partito Conservatore e fu candidata al Parlamento, ma poco dopo la sua salute divenne sempre più debole fino alla morte che sopraggiunse nel giugno del 1928.
Con le sue battaglie ha fatto sì che la condizione di minorità in cui la donna era posta fosse superata, ridefinendo il modello stesso di donna e la sua funzione sociale non esclusivamente legata al matrimonio e alla famiglia.
La sua determinazione nel sostenere per tutta la vita la causa femminista è stata una pietra miliare, un punto di svolta nel percorso dell’emancipazione femminile.
La lotta del movimento delle Suffragette, di cui lei fu leader, ha portato ad ottenere traguardi importanti come quello elettorale nel 1918, ma anche una attenta riflessione e progressivo cambiamento delle condizioni di disuguaglianza giuridica in materia di eredità, lavoro ed istruzione.
Le libertà di cui godiamo oggi derivano dalle lotte che queste donne hanno attuato nel secolo scorso con coraggio, determinazione e spesso con notevoli sofferenze. Ricordare il loro operato è doveroso e bisogna seguire il loro esempio continuando a battersi sempre per la giustizia ed i diritti civili.
Beatrice Gargiulo