Alessandro, sei davvero un Grande?
Spoiler: sì.
L’ultimo sovrano dei Macedoni, il figlio di Zeus, l’erede di Filippo.
Tutti conoscono Alessandro III di Macedonia, eppure attorno a lui continua ad aleggiare un alone di mistero.
Come per tutte le grande opere.
E Alessandro, con le sue epiche imprese e numerose conquiste ha fatto della sua vita un’opera d’arte.
«Figlio, cercati un regno che ti si confaccia: la Macedonia è infatti piccola per te». (Filippo II di Macedonia)
Quando sei il figlio dell’uomo che ha messo in ginocchio la Grecia, tutti si aspettano grandi cose da te.
Quando provieni da una zona montuosa, da una popolazione dedita per lo più alla pastorizia nessuno pensa che sarai in grado di conquistare il mondo intero.
Eppure lo fai e anche prima del raggiungimento dei 35 anni!
Età a cui, in realtà, non arriverai mai.
Sei stato educato da Aristotele in persona, l’uomo più conosciuto tra i liceali dopo Mark Zuckenberg.
«Quasi tutti pensavano a questi rischi, ma era difficile distogliere Alessandro quando aveva deciso qualche impresa. E d’altro canto la sorte, compiacendo i suoi disegni, rendeva ostinate le sue decisioni; il grande coraggio che egli poneva nelle sue azioni rendeva poi invincibile la sua ambizione che non solo si imponeva sui nemici ma anche sui luoghi e circostanze». (Plutarco, Vite Parallele)
Insomma, già a dirla così si capisce che la vita di Alessandro Magno è simile a un romanzo d’avventura durato 33 anni.
Ma questo articolo non si pone come obiettivo quello di fare una breve sintesi biografica sul Macedone bensì motivare la risposta affermativa alla domanda posta in principio.
Perché Alessandro è un Grande?
A lui si sono ispirati i più grandi uomini della storia: Giulio Cesare, Ottaviano Augusto, Napoleone Bonaparte.
Abilissimo militare, geniale stratega, Alessandro è riuscito ad arrivare lì dove nessuno aveva osato mettere piede, nei luoghi più impervi e aridi del mondo allora conosciuto, piazzandosi sempre in prima linea e mai nascondendosi dietro i suoi soldati.
Certo, la mitizzazione della figura di Alessandro ha fatto la sua parte ma tutte le fonti si trovano d’accordo su alcuni tratti della personalità del sovrano: un uomo benevolo, capace di grandi slanci di generosità – più volte, infatti, Alessandro avrebbe risparmiato la vita ai suoi nemici – ma capace anche di violenti attacchi d’ira.
L’incendio di Persepolis sarebbe stato per alcuni storici, compreso Plutarco, appiccato per vendicare l’incendio dell’Acropoli di Atene e non sarebbe stato dunque un incendio casuale.
Anche se, proprio casuale non sarebbe stato neanche per altre fonti.
Sembrerebbe, infatti, che Alessandro non fosse intenzionato ad appiccare il fuoco ma che questo sarebbe partito dal Palazzo Reale dove si stava svolgendo un banchetto.
Ebbene, durante questo banchetto, preso da uno dei suoi attacchi d’ira, Alessandro avrebbe lanciato una fiaccola che sarebbe finita su una tenda appiccando il fuoco funesto.
Insomma, non era di certo uno con un caratterino facile.
Ma ciò non toglie che le sue imprese siano state grandi.
Infatti, tolti questi piccoli “incidenti di percorso” non possiamo negare di trovarci davanti ad una figura straordinaria: un ragazzo – perché questo era Alessandro quando è salito al trovo a vent’anni scarsi – che ha saputo tenere in mano le redini di un cavallo indomabile – e uno dei suoi grandi amori, Bucefalo – e di regni lontanissimi non solo geograficamente ma anche culturalmente.
Alessandro, però, ha abbracciato i mores di ognuno di loro, mostrando di essere un uomo intelligente e di mentalità aperta, non chiuso in una bolla di superbia e arroganza.
E forse sta tutta qui la grandezza di un uomo.
«Nulla è invincibile per chi ha audacia, né è sicuro per chi è vile». (Plutarco – Vite Parallele)
Maria Rosaria Corsino
Illustrazione di Giuseppe Armellino
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